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Rifugio Zacchi
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- Scritto da Manuel
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Escursione: Dai laghi di Fusine al rifugio Zacchi
Luogo: Laghi di Fusine
Condizioni Meteo : Soleggiato
Difficoltà: Escursione semplice.
Durata: 1h - Sola andata, per 2,7 km
Panorama: 2/5 - Siamo sotto le pareti del Mangart
Avvistamenti : No
Passeggino: Si, bisogna però fare la variante che usano le auto di servizio.
2.7 km, 01:13:53
Quando lo scorso anno avevamo visitato la zona del Tarvisiano, una delle escursioni che non eravamo riusciti a fare è stata quella che dai laghi di Fusine sale al rifugio Zacchi.
Tornare ai laghi di Fusine è stato davvero un piacere. Sono tra i laghi alpini più belli che abbiamo in Italia, e lo scorso anno li ho visitati più volte, all'alba, al tramonto, di notte a fotografare le stelle. Parcheggiata l'auto al lago superiore (costo dell'ingresso alla zona dei laghi sui 4 o 6 euro) prendiamo un caffè allo chalet sul lago e poi subito in marcia, sul sentiero che parte subito dietro la piccola baita, per inolstrarsi nel bosco. Ci sono due strade per salire al rifugio Zacchi, la prima e piu comoda è quella sterrata di servizio al rifugio.
La seconda è quella che abbiamo scelto noi, nel bosco, un comodo e largo sentiero che rispetto ai sentieri della Carnia sembra una passeggiata. Infatti passo dopo passo divoriamo la salita, mai impegnativa, sempre all'ombra degli alberi, fino a raggiungere in 50 minuti il rifugio Zacchi, situato su una spianata proprio sotto le cime slovene come il Mangart.
Rifugio molto carino e soleggiato.
Il video dell'escursione
Rifugio De Gasperi
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Escursione: Dal parcheggio delle piste di fondo in val Pesarina
Luogo: Val Pesarina
Condizioni Meteo : Variabile
Difficoltà: Escursione su un bel sentiero di montagna, ripido e scivoloso dopo un acquazzone.
Durata: 1,17h - Sola andata, per 2,8 km
Panorama: 2/5 - Si vede tutta la val Pesarina
Avvistamenti : No
Passeggino: No.
2.8 km, 01:48:01
Tra i boschi della Carnia, sopra vecchie piste da sci in disuso, abbarbicato sulla montagna, c'è il rifugio de Gasperi.
Per raggiungerlo bisogna innanzi tutto arrivare in Val Pesarina, più precisamente al Centro Fondo di Sci. La valle è davvero molto selvaggia, non si incontrano molte automobili, se non quelle che sono al parcheggio da dove parte il sentiero, e non sono poi molte.
Subito dietro il bar, poco oltre il parcheggio, c'è un sentiero che parte subito dritto nel bosco e che ci lascia possibilità di scelta, almeno per i primi 200/300 metri. Sterrata comoda fino all'attacco del sentiero, oppure dritto per dritto tagliando per il bosco.
Scegliamo questa soluzione, e arriviamo all'inizio del sentiero che ci condurrà, con non poca fatica, al de Gasperi. I bambini saranno invogliati dalle statue di legno di gnomi e folletti, da trovare lungo il sentiero, che è molto in ombra e molto umido e fangoso in alcuni punti se i giorni precedenti c'è stata pioggia.
Si sale senza mollare un attimo, sempre in mezzo al bosco, fino ad arrivare ad una serpentina che sale ripida sulla montagna. Sono gli ultimi metri, dopo finalmente dietro gli alberi ecco spuntare il rifugio, che si rivela una piacevole sorpresa. Musica dal vivo, birra, buon cibo. E ampio spazio per i bambini per giocare, magari facendo una partita a bocce sulla pista proprio dietro il rifugio. Il panorama non si apre a 360 gradi, perché siamo sotto un costone di montagna, ma si domina tutta la val Pesarina, e tanto basta.
Si riscende, facendo attenzione, lungo il sentiero dell'andata!
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Malga Meleit
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Escursione: Dal monte Zoncolan alla malga Meleit
Luogo: Monte Zoncolan
Condizioni Meteo : Soleggiato
Difficoltà: Escursione semplice e panoramica.
Durata: 1,10h - Sola andata, per 4,1 km
Panorama: 2/5 - Bella la visuale che si apre dalla malga sulla valle sottostante
Avvistamenti : No
Passeggino: Si, sterrata fattibile in alcuni punti asfaltata.
4.1 km, 01:09:45
Una bella passeggiata, semplice e comoda, da fare sullo Zoncolan è la malga Meleit. Parcheggiata l'auto al parcheggio in cima al monte Zoncolan, prendiamo la strada che in 100 metri ci porta al rifugio Tamai. Da qui proseguiamo verso la malga Tamai (chiusa agosto 2021) senza alcuna difficoltà, sempre camminando sulla comoda strada sterrata. Salite veramente impegnative non ne incontriamo, è un continuo saliscendi fino al bivio per la malga Meleit. Da qui la strada è tutta in leggera discesa fino alla malga. Piccola e graziosa offre prodotti tipici, prati per prendere un pò di sole, tavolini per mangiare e bere. Ci sono i cani della malga in giro, quelli più attaccabrighe legati, che si fanno coccolare dai bambini. Questa escursione non presentà difficoltà di sorta, e può essere affrontata con i passeggini, ovviamente meglio se da trekking. Il ritorno è per la stessa strada.
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Lago Volaia
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Escursione: Dal rifugio Tolazzi al lago Volaia
Luogo: Passo Volaia
Condizioni Meteo : Soleggiato
Difficoltà: Escursione impegnativa soprattutto se nella prima parte si sceglie il sentiero che taglia per il bosco
Durata: 1,27h - Sola andata, per 3,1 km
Panorama: 5/5 - Il posto è sublime. Di una bellezza rara. Escursione consigliatissima
Avvistamenti : No
Passeggino: No
3.2 km, 02:20:15
Quella al lago Volaia è una escursione che mi sento di consigliare anche a chi ha poco allenamento, perché sebbene l'escursione sia abbastanza impegnativa il posto che si raggiunge è davvero magico, soprattutto se a farvi compagnia c'è una bella giornata di sole, come nel nostro caso.
Il sentiero parte dietro il rifugio Tolazzi, che è comodamente raggiungibile salendo sopra forni avoltri, lungo una strada asfaltata comoda che arriva fino sotto il rifugio, dove c'è molta possibilità di parcheggiare l'auto, anche se come noi doveste arrivare tardi.
Dopo aver percorso qualche tornante della sterrata dietro il Tolazzi incontriamo un bivio: Rif Lambertenghi - Passo Volaia oppure Rifugio Marinelli. Seguiamo il sentiero per il Lambertenghi, per poi di nuovo deviare nel bosco al bivio successivo. A questo bivio potete scegliere di fare il sentiero di montagna, sulla destra, con pendenze più marcate ma più corto e più appagante, oppure tenervi sulla sinistra e proseguire sulla strada sterrata, noiosa ma più comoda.
Il sentiero sale in mezzo al bosco, fino ad uscirne e farci capire subito che siamo ancora lontani dalla nostra meta. Dobbiamo per prima cosa ricongiungerci alla mulattiera e poi prendere il sentiero inequivocabile che sale su, senza sosta, con la possibilità di fare qualche piccola scorciatoia se siete avventurosi (i bambini ringrazieranno). La salita è dura, ma finalmente raggiungiamo la prima costruzione in pietra qualche centinaio di metri sotto il rifugio Lambertenghi.
Qui finalmente il sentiero molla un pò, le pendenze si fanno più dolci, il rifugio è in vista e lasciamo che le gambe vadano da sole. Superato il rifugio Lambertenghi, chiuso per restauro, rimaniamo affascinati dalla bellezza del Lago Volaia, incastonato fra le rocce, circondato da trincee e neve. Un luogo magico.
Decidiamo di prendere una birra al rifugio austriaco, sulla sponda opposta. Dopo la sosta scendiamo a mettere i piedi nelle acque gelate del lago. C'è persino qualche tedesco che azzarda un bagno. Tutto intorno ci sono trincee, filo spinato, testimonianze della grande guerra. Smuovendo qualche sasso trovo una scatola di sardine, i bambini sono elettrizzati, la ricerca continua e aggiungiamo al "bottino" due involucri di proiettile e molti frammenti di granate. Facciamo anche un salto sul piccolo nevaio, e quando il sole comincia a calare ci accorgiamo di essere gli unici rimasti. Quindi cominciamo la nostra discesa, visitando prima le trincee e le gallerie sotto il Lambertenghi, poi prendendo la strada del ritorno per proseguire stavolta lungo la sterrata sicuramente più comoda.(GPX TRACK di questa sterrata piu comoda solo per metà tragitto disponibile su richiesta).
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Lago Dimon
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Escursione: Lago dimon, partendo dal vecchio castello Valadjer
Luogo: Castello Valadjer
Condizioni Meteo : Variabile, pioggia.
Difficoltà: Escursione micidiale seguendo il sentiero CAI 404. Si fanno tutti i metri di dislivello in una manciata di km.
Durata: 3,53h - Andata e ritorno, per 10,3 km totali
Panorama: 3/5 - Lago molto bello e panorama di ampio respiro seguendo il sentiero cai
Avvistamenti : No
Passeggino: Si, la sterrata è buona ma dovete fare quella andata e ritorno.
10.4 km, 04:48:30
Per andare al lago Dimon ci sono diverse strada, che partono tutte nei pressi del castello Valadjer, sopra Ligosullo. La più comoda è sicuramente la noiosissima mulattiera, che volendo vi porta direttamente al lago (non ho visto divieti) ma è stretta e si passa uno per volta, quindi se incontrate un'auto nel senso opposto tanti auguri.
Il sentiero scelto da noi è quello del CAI 404, che parte dentro al bosco. Facciamo subito una considerazione. Questo sentiero ha una pendenza davvero molto accentuata, è molto faticoso, si fanno molti metri (circa 400) di dislivello in meno di 1km, quindi vi lascio immaginare le pendenze. Una volta raggiunti i 1.708m di Val di Legnan, dove c'è un ripetitore, possiamo tirare un pò il fiato e fare una sosta. Si riparte puntando il monte Neddis, 1990m, che aggireremo passandoci sotto a quota 1900 circa, su un sentiero che sale ripido ma molto meno di quello appena fatto, ma soprattutto in quota con una bellissima visuale sulle vallete sottostanti e sul monte Zermula, e se siete fortunanti come noi riuscirete a vedere persino il Triglav, in Slovenia.
Raggiunge le pendici del Neddis il sentiero spiana e l'ultima parte si fa completamete in falsopiano, guardando dall'alto la noiosissima sterrata, fino a che dietro una roccia ecco spuntare il lago Dimon. Il sentiero proseguirebbe dritto, ma il tempo è cambiato, rischiamo di prendere l'acqua, cosi scendiamo dritti per dritti puntando il lago, cosa che sconsiglio di fare se non allenati ma soprattutto dopo un temporale, il rischio di scivolare è molto elevato (anche se non cadrete in nessun burrone).
Al lago il cielo si fa nero, non riusciamo ad apprezzare la bellezza del posto ne tantomeno sperare di fare una capatina a monte Dimon o al Paularo. Riesco però a farmi offrire una birra da dei ragazzi che stanno campeggiando da 3 giorni, davvero super organizzati, persino con una zattera per accorciare le distanze tra una sponda e l'altra.
Col boccone in bocca cominciamo a mettere i kway, c'è un fuggi fuggi generale, giustificato dall'acquazzone che prendiamo per buoni 40 minuti sulla sterrata (molto più facile da fare soprattutto sotto le intemperie), arrivando cosi alla macchina fradici nonostante il sole sia tornato prepotente e su al lago non ci sia più nemmeno una nuvola.
Sfortuna, in montagna capita!
Il video dell'escursione