Escursione: Dal passo di Monte Croce Carnico al Pal Piccolo
Luogo:Passo di Monte Croce Carnico
Condizioni Meteo :Soleggiato
Difficoltà:Escursione impegnativa con alcuni punti non adatti a chi soffre di vertigini
Durata:1,30h - Sola andata, per 2,4 km
Panorama:5/5 - Siamo circondati dalle montagne e dalla storia. Posto fantastico!
Avvistamenti : No
Passeggino:No
L'escursione al Pal Piccolo è una escursione che non va assolutamente tralasciata se ci si trova in Carnia, perché permette di salire in quota in un vero e proprio museo a cielo aperto, teatro di aspri scontri durante il primo conflitto mondiale.
Raggiungiamo il passo di Monte Croce Carnico dove parcheggiamo l'auto. Si nota subito l'enorme pala eolica appena varcato il confine con l'Austria. Guardando la vecchia frontiera, a destra, in fondo al parcheggio, dietro al monumento a Giovanni Macchi Maggiore Guardia di Finanza, c'è l'inizio del sentiero che porterà su in cima al Pal Piccolo. Con rammarico la prima cosa che salta agli occhi è la cafonaggine di alcuni escursionisti (o forse dei camperisti) che proprio qui dove il sentiero comincia decidono di creare una piccola discarica. Si capisce subito dalla partenza che il sentiero sarà sempre stretto e con pendenze notevoli. Salendo si incontrano delle falesie dove alcuni arrampicatori si cimentano e sfidano se stessi. Proseguiamo senza sosta lungo lo stretto sentiero che non presenta quasi mai punti esposti, ma un ruzzolone, soprattutto in discesa, potrebbe accadere, quindi bisogna prestare attenzione a dove si mettono i piedi. La salita non molla mai, ogni tanto si incontrano degli slarghi dove riposarsi, qualche baraccamento e alcune gallerie scavate nella roccia, ma il sentiero tira fino su in cima, non c'è tregua, ci mettiamo l'anima in pace, siamo allenati.
Continuando a salire arriviamo ad un bivio che indica a destra la via per il Freikofel, ma il nostro obiettivo ormai è li a portata di mano, vediamo il panettone del Pal Piccolo. Tiriamo dritti, facciamo l'ultima sosta prima della vetta li dove c'è un proiettile di canonne e una targa commemorativa.
Arriviamo sotto il Pal Piccolo. Ora per salire ci sono due vie. La difficile, che saltiamo perché accompagnati da bambini, e la facile, che ci vede guadagnare la vetta grazie ad una ripidissima scala in legno, e poi arrampicandosi tra scalinate di roccia fino alle prime trincee. Sebbene a salire la scalinata sia molto facile, a scendere la notevole ripidità potrebbe essere fonte di problemi per chi soffre di vertigini, perché si ha la sensazione di essere quasi verticali e non ci sono pendii dolci sotto la scala, ma ripidi burroni. Ci sono comunque corde d'acciaio che fungono da passamano e che in caso di paura potete usare per ancorarvi con un imbrago. Oppure fatela come ho visto fare ad alcune persone, seduti o al contrario.
Dalla vetta inizia la vera e propria visita al Pal Piccolo. Siamo circondati a 360 gradi dalle trincee, baraccamenti, postazioni d'artiglieria, ripari di fortuna. Si capisce quanto fossero vicine le trincee e quanto deve essere stata dura la vita quassù 100 anni fa, tra freddo e neve.
L'unico modo per godere a pieno di questo museo a cielo aperto è esplorare, sempre con attenzione, e spostarsi tra una trincea e l'altra, raggiungere il trincerone, proseguire oltre, affacciarsi dalle feritoie.
Quando decidiamo di scendere resta un pò l'amaro in bocca, una sensazione di aver potuto fare di più, aver visto di più, ma è ora di scendere.
Discesa che avviene per la strada dell'andata.
Il video dell'escursione