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  • Escursione al lago di Dobbiaco

    2.6 km, 03:04:57

    Escursione: Lago di Dobbiaco
    Luogo: Dobbiaco
    Condizioni Meteo : Soleggiato, pioggerella nel pomeriggio.
    Difficoltà: Facile lungo tutto il percorso.
    Durata: 1h circa
    Panorama= 2,5/5
    Passeggino= Si, su tutto il percorso, che è una sterrata nel bosco.

    Giro del lago estremamente semplice, alla portata di chiunque. Parcheggiate l’auto e scendete verso destra, in senso anti-orario, passate il ponte superate il campeggio ed il ristorante, fino al secondo bar-ristorante affacciato sul lago, che consiglio avendoci mangiato, simpatici e gentili i ragazzi.

    Tornando al giro, superando anche questo ristorante prendete la sterrata che entra nel bosco e seguite le indicazioni. Niente di più semplice, considerando che il percorso è tutto pianeggiante. Si passa sempre nel bosco, circondati dal silenzio. Sulla sinistra il lago si intravede tra gli alberi, in quella che sembra una zona dove l’acqua ristagna, e si formano le tipiche piante acquatiche.

    Purtroppo quasi alla fine ci coglie una pioggerellina fastidiosa, che finisce all’arrivo al parcheggio.

     

     

  • Escursione al lago di Misurina

    Escursione: Lago di Misurina
    Luogo: Misurina
    Condizioni Meteo : Soleggiato
    Difficoltà: Facile lungo tutto il percorso.
    Durata: 1h
    Panorama= 3/5
    Passeggino= Si, su tutto il percorso

    Causa gara ciclistica dobbiamo rimandare l’escursione alle 5 Torri, ma oramai è tardi per impegnarsi in escursioni lunghe. Decidiamo quindi di passare la giornata a Misurina, sul lago. Il giro è breve, semplice, alla portata di tutti. Ma molto corto, quindi decidiamo di stenderci sui prati al sole, e fare un giro con il pedalò. I bambini si sono divertiti e ci siamo goduti la vista delle Tre Cime di Lavaredo anche dall’acqua.

    La grande struttura che si affaccia sul lago è un centro di riabilitazione pediatrico per bambini con problemi respiratori.

    Da non perdere il Lago di Antorno. Raggiungerlo con l’auto da Misurina è semplicissimo. Prendete la strada per il Rifugio Auronzo, che inizia subito dietro il lago, in direzione Dobbiaco, salite per circa 1.5km e ve lo troverete sulla destra. Il posto è di rara bellezza, soprattutto la sera, quando le Tre Cime di Lavaredo si riflettono nelle sue acque.

    Se siete dalle parti di Misurina non mancate di visitare anche il lago di Antorno.

     

  • Escursione al Passo dello Stelvio salendo lungo il sentiero delle Trincee

    Lo Stelvio in tutta la sua bellezza

     

    Escursione: Dal passo dello Stelvio saliamo ai 3000m
    Luogo:Passo dello Stelvio
    Condizioni Meteo :Soleggiato
    Difficoltà: Escursione semplice su strada sterrata di servizio, ripido il primo tratto.
    Durata:1,30h - Sola andata
    Panorama:5/5 - Siamo in uno dei passi di montagna più belli d'Italia, circondati da neve e ghiacciai.
    Avvistamenti : Si, marmotte, ma dovete scendere con l'auto al primo rifugio verso il versante tTentino.
    Passeggino:Si, meglio se da trekking

     

    2.4 km, 01:19:52

     

    Il passo dello Stelvio è una meta agognata di motociclisti e appassionati di automobilismo, ma è soprattutto l'obiettivo di ciclisti amatori che vogliono cimentarsi con un passo di montagna impervio, con tanta pendenza e che in quota raggiunge i 2700m.
    Qui al passo sembra di stare in un mercato popolare. Bancarelle di strada, negozi di souvenir, camioncini per un panino improvvisato. A chiudere il cerchio hotel, bar e alberghi ogni dove. E' pieno di gente nonostante sia fine Giugno, tutti a fare foto agli amici che salgono in moto o ai poderosi ciclisti a 50m dal tanto sudato traguardo.
    Da qui parte la nostra escursione.

    Saremmo dovuti andare su in cima al monte Scorluzzo, ma la tanta neve mi ha fatto ripensare all'escursione per non far rischiare i bambini.

    A giungo c'è ancora tantissima neve

    Si sale verso i 3000m

     

    Così abbiamo seguito il sentiero subito dietro la funivia, la stessa sterrata che porta all'imbocco dello Scorluzzo. Non è impegnativa, ma è faticosa, soprattutto i primi cento metri, con molta pendenza. La neve, anche grazie alle nevicate dei giorni precedenti, è abbontante, superando in altezza i bambini, che si divertono a camminare al fianco di questa grande e bianca parete.
    Arrivati al bivio per lo Scorluzzo, e saliti qualche centinaio di metri, capisco che non possiamo proseguire oltre. Non abbiamo nemmeno le racchette. Cosi torniamo sui nostri passi e continuiamo a salire sulla larga e comoda sterrata, per quello che dovrebbe essere il sentiero delle Trincee.
    Il sentiero non presenta alcuna difficoltà, è una sterrata di servizio per gli hotel che sono su a 3000m. Si può tranquillamente fare con un buon passeggino da trekking.

    Superato un vecchio rifugio abbandonato il paesaggio comincia a diventare sempre più innevato.

     

    Un vecchio rifugio abbandonato

    Il ghiacciaio, visto dall'hotel Baita 3000

    Quando siamo in cima, presso l'hotel ai 3000 metri, ci sono solo due operai che lavorano in mezzo alla neve. E' tutto chiuso.

    Per fortuna acqua e pranzo al sacco non mancano mai. Ci godiamo il silenzio, il sole e il paesaggio. Poco più oltre c'è un altro rifugio abbandonato. Sbirciando dalla porta quello che si ha davanti gli occhi è un vecchio rifugio congelato agli anni 90 ed è come fare un tuffo nel passato. Flipper, coin op, giochi da tavolo. Tutti dinosauri di un'epoca bellissima che ora non esiste più, cancellata dai telefonini e dai social.

    Riscendiamo al passo, sempre lungo lo stesso sentiero. Stavolta scendiamo lo Stelvio dal versante trentino. Arriviamo fino al primo albergo-ristorante lungo la strada. Qui ci sono tantissime marmotte nei prati tutto intorno, quindi i bambini con un buon binocolo (solo per vederle da vicino) si divertiranno ad osservarle mentre si azzuffano e giocano tra di loro.

     

    Il video dell'escursione

  • Escursione al rifugio al Lago del Mortirolo

    Il rifugio visto dalla sponda opposta del lago

     

    Escursione: Dal passo del Mortirolo al rifugio sul lago
    Luogo:Passo del Mortirolo
    Condizioni Meteo :Soleggiato
    Difficoltà: Escursione estremamente semplice
    Durata:30 minuti - Sola andata
    Panorama: 2/5 - Niente di particolare da segnalare.
    Avvistamenti : No
    Passeggino:Si, qualsiasi

     

    1.9 km, 00:34:36

     

    Chi è appassionato di ciclismo conoscerà senz'altro il passo del Mortirolo. E' ripido e molto stretto (le auto non passano in tutti i punti a doppio senso) ma è un posto di bellezza e di pace. Una volta raggiunto il passo e lasciata l'auto proseguiamo sulla strada asfaltata per qualche centinaio di metri, fino ad arrivare all'altezza dell'agriturismo Malga Mortirolo, che consiglio vivamente sulla strada del ritorno di questa brevissima ecursione.
    Sulla destra della malga parte una mulattiera che in 30 minuti ci porterà al lago del Mortirolo, con l'omonimo rifugio.

    Si prende il sole sulle sdraio del rifugio

    Qui l'accoglienza è top di gamma. Sono tutti gentili e facendo due chiacchiere scopro che rispetto alle valli di Bormio, sempre piene di turisti, qui vedono molta meno gente e quindi tendono a coccolarla. Inoltre è possibile comprare dei pensierini gastronomici fatti con le erbe della zona.

    Prendiamo un pò di sole sulle sdraio in riva al lago, a fianco di una casina perfetta per una coppietta di innamorati, dove immagino si possa cenare solo prenotando con largo anticipo.
    Avrei voluto fare un giro ad anello e passare per il rifugio Antonioli prima di tornare alla macchina, ma il sentiero segnato sulle carte in reltà non esiste.

    Il passo del Mortirolo

    Ho chiesto al gestore del rifugio e mi ha detto che passare di li sarebbe stato impossibile.
    Quindi ritorniamo sui nostri passi, per la semplice e breve sterrata e mentre vado a riprendere la macchina al passo lascio i bambini alla malga Mortirolo a giocare con il tappeto elastico e gustarsi qualche dolce fatto in casa.

    Nella zona del passo è stata dedicata una panchina a David Sassoli. Si trova dietro il casotto che usano i ciclisti per cambiarsi e manutenere le biciclette.

     

    Il video dell'escursione

     

  • Escursione al Rifugio Comici

    Escursione: Dal passo Sella al Rifugio comici
    LuogoPasso Sella
    Condizioni Meteo : Variabile
    Difficoltà: Semplice escursione adatta a tutti
    Durata: 3h  - Durata per l'andata e ritorno per circa 5km
    Panorama: 3.5/5 - Bella visuale sul gruppo del Sella
    Avvistamenti : No
    PassegginoSi, solo se prendete il sentiero che passa sotto i piloni dell'ovovia e sale subito. Se passate per la città dei sassi il passeggino non è fattbile.

    Il panorama dal Rifugio Comici

     

    5 km, 03:15:02

    Una semplice passaeggiata da fare con i vostri bimbi è quella che parte dal Passo Sella e porta al Rifugio Comici. Chiamarlo rifugio è abbastanza riduttivo, è quasi una spa! Lasciata l'auto in uno dei cari parcheggi a pagamento (ma si può parcheggiare gratuitamente poco più su allungando l'escursione) prendiamo il sentiero che punta dritto in mezzo alle rocce lasciandoci a sinistra la cabinovia che porta al Rifugio Demetz. Attraversiamo la città dei sassi incontrando scalatori in erba che affrontano le loro prime semplici pareti verticali.

    Il sentiero adatto a passeggini

    Continuiamo lungo il semplice sentiero fino a sbucare nelle piste da sci, che attraversiamo senza alcuna difficoltà. Il sentiero è tutto in pianura. Raggiungiamo un piccolo bosco che una volta superato ci catapulterà al rifugio. Qui i bambini hanno a disposizione tantissimo spazio per giocare. Il sentiero del ritorno si percorre sulla stessa strada oppure salendo a destra lungo la sterrata adatta ai passeggini. In questo modo riusciamo a tornare alla macchina facendo un giro ad anello.

     

  • Escursione al rifugio Contrin e alla malga Contrin

    Escursione: Da Alba di Canazei al rifugio e alla Malga Contrin
    Luogo:Valle del Contrin
    Condizioni Meteo :Variabile perlopiù soleggiato
    Difficoltà:Escursione da divedere in tre parti. La prima molto dura fino alla baita Locia Contrin. La seconda interamente pianeggiante, la terza con una bella salita fino al rifugio Contrin.
    Durata:2h  - Sola andata, per 5 km
    Panorama:3/5 - Siete sotto la Marmolada e scendendo si vede il Sassolungo che domina da lontano la valle del Contrin
    Avvistamenti : No
    Passeggino:Si, ma dovete fare tutta la mulattiera e considerare pendenze importanti

    Il rifugio Contrin

    4.9 km, 02:16:22

     

    Saranno passati almeno 30 anni dall'ultima volta che ho fatto questa escursione, quando ero io ad avere l'età dei miei figli o poco più, e non mi ricordavo di quanto fosse bella e appagante.
    Fatta questa premessa partiamo con le informazioni.
    Parcheggiamo l'auto da qualche parte sotto la cabinovia del ciampac e subito dietro parte il sentiero che indica 1.30h e 6km per raggiungere il rifugio. Il tempo è forse molto ottimistico se avete dei bambini, ci vogliono almeno 40 minuti di più, mentre il chilometraggio può essere ridotto di ben 1km sfruttando tutte le scorciatoie presenti sulla sterrata sin dall'inizio che ci ricongiungono più in alto con il sentiero 602 che lascia la sterrata e porta fino alla baita Locia Contrin. Fino a qui le pendenze sono decisamente importanti, ma il sentiero è appagante, passa in mezzo al bosco, zigzagando tra gli alberi, tagliando spesso la mulattiera.

    Le scorciatoie per raggiungere in fretta la baita Locia Contrin

    Subito oltre la Locia Contrin

    Adesso possiamo tirare un sospiro di sollievo, ci aspetta una lunga passeggiata nella valle Contrin, pianeggiante e appagante, si vedono le montagne intorno a noi e c'è anche un sole molto piacevole a farci compagnia. Incontriamo nuovamente il signore di 92 anni conosciuto sulla Viel dal Pan e scambiamo quattro chiacchiere. Continuiamo a percorrere la valle fino alla baita Cianci, chiusa, tra asinelli e mucche al pascolo. Si vede subito che la pacchia è finita, il sentiero comincia a salire nuovamente, meno ripido, ma la fatica si fa sentire.

    Il sentiero che sale al rifugio Contrin

    La vista sulla marmolada dai pascoli dietro il rifugio e la malga

    Raggiungiamo il rifugio Contrin adesso inzia la parte più dura, convincere i bambini a fare gli ultimi 100 metri per aggirare il rifugio e raggiungere la Malga Contrin che gli è subito dietro, dove finalmente pranzare con panini, birra e prodotti locali, tra cui una buonissima polenta. I costi non sono proprio popolari, ma lo sforzo va premiato. Prima di riscendere a valle è d'obbligo la sosta subito dietro il rifugio Contrin, anche per far mettere il timbro ai nostri scalatori, sul loro passaporto della montagna per bambini.

    Stiamo parlando sempre di un rifugio degli alpini, quindi questo timbro ha una valenza speciale.(potete timbrare anche alla malga)

    Godetevi la marmolada e il sole fino a quando volete, il sentiero per tornare all'auto è totalmente in discesa. La fatica ormai è roba passata!

     

  • Escursione al rifugio Passo Selle sulle tracce della prima guerra mondiale

    Escursione: Dal San Pellegrino al rif. Passo Selle tornando al passo con i sentieri della prima guerra mondiale
    Luogo:Passo San Pellegrino
    Condizioni Meteo :Pioggia
    Difficoltà:Escursione semplice ma faticosa nella prima parte, forse più impegnativa nei sentieri che riscendono al passo passando per le fortificazioni militari.
    Durata:3.30h  - Semi anello, per 6,7 km
    Panorama:4/5 - Dal Passo Selle la visuale spazia dalla cima Costabella, fino al Catinaccio
    Avvistamenti : Si, marmotte
    Passeggino:Forse. Per arrivare al rifugio ci sono due strade, una è percorribile dalle jeep, ma negli ultimi 50 metri è davvero ripidissima.

    Il rifugio visto dall'alta via Bepi Zac

    6.7 km, 04:18:25

     

    Eravamo già stati in escursione al passo San Pellegrino, facendo un bellissimo giro ad anello tra il rifugio Fuciade e la baita Paradiso. Stavolta decidiamo di risparmiarci la strada che porta a baita Paradiso e prendiamo la seggiovia, sola andata, che ci porta in quota, anche perchè la nostra sarà un pò una corsa contro il tempo, che minaccioso incombe su di noi. Scesi dalla seggiovia prendiamo subito il sentiero che sale a sinistra passando tra roccia e ghiaia. Qui i fischi di marmotte si sentono fortissimi, ci hanno avvistato e danno l'allarme. Riusciamo a vederne diverse. Continuamo a salire, ma non è troppo faticoso, il dislivello c'è ma non è tanto e comunque si presenta dolce fino sotto il rifugio. Gli ultimi 50 metri, dopo aver superato dei piccoli nevai, sono quasi verticali, per uno strappo che finalmente ci vede raggiungere il rifugio proprio quando il cielo comincia a far cadere le prime goccioline.

    Salendo al rifugio passo Selle

    Uno scorcio da una postazione di mitragliatrici sull'alta via Bepi Zac

    Mentre siamo al caldo nel rifugio fuori il tempo peggiora. Fa un freddo pazzesco. Ci prendiamo il nostro tempo fino a che l'acqua non concede una tregua e intanto timbriamo il passaporto della montagna per bambini. Avviciniamo, ma non percorriamo, l'alta via Bepi Zac per qualche centinaio di metri, per arrivare alle postazioni d'artiglieria ben visibili dal rifugio, da dove la vista è superlativa e spazia quasi a 360 gradi su tutta la zona, fino a intravedere il Roda di Vael. Il tempo diventa nuovamente nero e ci invita ad affrettarci. Scendiamo per la sterrata fino ad un bivio, dove lasciamo la comoda via per il sentiero leggermente più impegnativo che porta alle trincee e ai baraccamenti del conflitto del 1915-18.

    I primi baraccamenti che incontriamo

    L'interno di un baraccamento

    Va fatta una precisazione, qualora vogliate scendere da questa parte. I baraccamenti sono tutti vuoti, e forse poco interessanti, soprattutto per i bambini, ma visto il freddo della giornata lasciavano ampio spazio all'immaginazione di come potesse essere la vita quassù 100 anni fa, soprattutto nel periodo invernale.

    Continuiamo a scendere fino al lago della Campagnola dove c'è un bivio. Sentiero normale e sentiero ripido, che porta rapidamente alla postazione di una cannoniera. Ora è d'obbligo una precisazione.Il sentiero non è soltanto ripido, ma esposto, molto esposto. Ne abbiamo percorso una buona parte, fino a che, in un punto troppo pericoloso per i bambini ho deciso di tornare sui miei passi e prendere l'altro sentiero, quello normale. Si può comunque arrivare fino al lago e vedere l'interno di altri baraccamenti, ma poi prendete per mano i vostri bimbi e tornate indietro.

    Tornati al bivio prendiamo quindi il sentiero normale, visibile a tratti nella prima parte, ma intuibili, che scende gradualmente fino all'inizio della seggiovia, passando negli ultimi 300 metri dentro pascolo.

    - Variante - Dal rifugio passo selle potete proseguire su tutta la mulattiera ripassando per baita paradiso e riscendere comodamente fino al passo.

  • Escursione al rifugio Pertini sul sentiero Friedrich August

    Escursione: Dal Passo Sella al Rif. Pertini
    Luogo:Sassolungo
    Condizioni Meteo :Variabile
    Difficoltà:Escursione senza dislivelli significativi tranne il primo pezzo, ma con sentiero esposto in alcuni tratti, che non presenta però difficoltà se avete passo sicuro.
    Durata:1.30h  - Sola andata, per 4 km
    Panorama:4,5/5 - Siamo sotto al Sassolungo, la vista è meravigliosa, Sass Pordoi e Marmolada sono li sempre ben visibili.
    Avvistamenti : Si, marmotte
    Passeggino:No.Con il passeggino sarà però possibile raggiungere il rif. Salei e successivamente il rif. Friedrich August

    Il rifugio pertini

    3.9 km, 01:20:47

     

    Arriviamo presto al Passo Sella, i posti sono pochi, e parcheggiamo l'auto proprio in cima al passo. Scendiamo verso la Val Gardena per qualche centinaio di metri. Sulla sinistra notiamo subito un sentiero che si inerpica nei prati. Prendiamo quello basso, sulla destra, non quello che punta dritto sulla piccola montagnetta, fatica sprecata. Il sentiero si ricongiunge presto con la sterrata che parte più in basso e porta al rifugio Salei. Questa escursione è perfetta per i vostri bambini, la ricompensa al ritorno sarà lasciarli giocare qui, con tantissime attrazioni tra cui i tappeti elastici. Lasciamo il Salei e proseguiamo sulla sterrata, che diventa ripidissima, per uno stacco di 200 metri davvero intensi. Arrivati in cima si aprirà la vista sul Col Rodella, a sinistra e di fronte a noi sul rifugio Friederich August, molto bello, quasi lussoso direi, famoso per avere un Yak al pascolo.

    Il sentiero per il rif Pertini

    L'unico tratto veramente esposto dell'escursione

    Qui dovrete necessariamente mollare il passeggino e proseguire a piedi o con zaino portabimbi.

    Lasciato il rifugio alle nostre spalle il sentiero diventa sempre più stretto, fino ad essere una striscia di terra larga un metro o poco più che però non presenta vere e proprie difficoltà se non nell'unico tratto che si vede nella foto qui sopra, ma che come si evince chiaramente, può essere aggirato passando più in alto. Continuiamo tra saliscendi mai troppo faticosi attraversando per due volte un corso d'acqua. Le marmotte fischiano preoccupate. Dopo 1.20h circa dalla partenza al passo ecco spuntare da dietro una roccia il rifugio Pertini, meta della nostra escursione. Volendo è possibile continuare il sentiero fino alla malga Sassopiatto e poi continuare tutto il giro del Sassolungo e Sassopiatto ricongiungendoci con il rifugio Comici e poi chiudere il cerchio di nuovo al passo.

    I giochi del rifugio Salei

    Ma l'escursione per noi termina qui e una volta consumato il pranzo al sacco, messo il timbro sul Passaporto della montagna per Bambini, riprendiamo il sentiero ripercorrendo i nostri passi per fermarci al rifugio Friederich August per una birra e poi al Salei per far giocare i bambini fino al tramonto. Proprio qui fate attenzione alle marmotte, è possibile avvistarle sotto la partenza dell'impianto subito sotto a sinistra del Salei e sotto il secondo pilone dell'impianto che passa proprio sopra il salei.

    Si torna al passo sempre seguendo le orme dell'andata.

     

  • Escursione al rifugio Prarayer

    Il rifugio Prarayer visto dalle sponde del lago di places de Moulin

    Escursione: Si parte dal parcheggio della diga di Bionaz e si percorre la sterrata pianeggiante fino al rifugio Prarayer
    Luogo:Valpelline
    Condizioni Meteo :Soleggiato
    Difficoltà: Escursione semplice su strada sterrata pianeggiante
    Durata:1,10h - sola andata
    Panorama:5/5 - Vallata fantastica.
    Avvistamenti : No.
    Passeggino:Si, meglio se da trekking.

    4.5 km, 01:18:17

     

    Per iniziare a sgranchire le gambe abbiamo scelto un'escursione semplice ma appagante. Si parte dalla diga di Bionaz, dove c'è un ampio parcheggio (a pagamento) e un bar/ristoro , prendendo la sterrata unica ed inequivocabile. Avremo il nostro bel lago dai colori sgargianti sulla destra per tutta l'escursione.

    Escursione che si presenta semplice per tutta la sua interezza, sempre pianeggiante, sempre semplice e adatta a tutti. Non è raro infatti incontrare gente di ogni età che viene a godersi l'ospitalità della vallata e del rifugio Prarayer.

    La vista del rifugio dai prati subito dietro.

    Il bellissimo lago di places de Moulin

    Rifugio bello, accogliente, con gestori simpatici e soprattutto con prezzi popolari. Abbiamo mangiato patate bollite, polenta, birra, dolcetti spendendo il giusto. Potete scegliere di mangiare all'interno del rifugio oppure gustarvi il vostro pranzo al sacco in uno dei tavolini all'aperto con vista lago. Sole, relax, buona musica di sottofondo.

    Il rifugio si raggiunge con una camminata di poco più di un'ora, percorrendo i 4.5km del sentiero, che ricordo è totalmente pianeggiante.

     

     

    Il video dell'escursione

  • Escursione al rifugio Sunny Valley

    Il rifugio Sunny Valley

     

    Escursione: Da malga Valle dell'alpe al rifugio Sunny Valley
    Luogo:Passo Gavia
    Condizioni Meteo :Nuvoloso
    Difficoltà: Escursione di media lunghezza e poco impegnativa. 350m di dislivello
    Durata:1,30h - Sola andata
    Panorama: 3/5 - Se diamo le spalle agli impianti niente da recriminare al paesaggio.
    Avvistamenti : Marmotte
    Passeggino:No

    2.9 km, 01:30:28

     

    Un'escursione bella da fare in zona passo Gavia (Santa Caterina Valfurva) è quella che parte dal ponte dell'alpe, nei pressi della Malga dell'alpe, e porta al rifugio Sunny Valley.
    Facciamo una premessa subito. Il rifugio è raggiungibile con impianti di risalita.
    Parcheggiata l'auto di fronte l'imbocco del sentiero cominciamo a salire costeggiando il torrente dell'Alpe. La vallata è molto bella e si cammina circondati dai colori e dal profumo dei fiori. Siamo soli lungo tutta la salita, solo il fischio di qualche marmotta ci rallenta per farci guardare un pò intorno.
    La salita non è mai troppo impegnativa. C'è qualche punto più ripido di altri, ma non è mai richiesto un grande sforzo fisico.

    L'inizio del sentiero

     

    A metà salita incontriamo due ragazzi con il loro bel cagnolone. Scambiamo 2 parole e veniamo a sapere che il rifugio è chiuso. Continuiamo la salita, usciamo dal sentiero in prossimità di una seggiovia e prendiamo una sterrata che ci accompagna fino alla successiva deviazione. Il Sunny Valley è proprio qui dietro, la segnaletica dice 10 minuti. Arrivati su al Sunny Valley mio figlio mi dice "ma questo non è un rifugio, è un albergo". Effettivamente è un rifugio abbastanza lussuoso, che apre l'8 Luglio (ho chiesto dopo all'ufficio del turismo) in concomitanza con l'apertura degli impianti. E' probabile che la maggior parte degli ospiti non sianoescursionisti, quanto piuttosto gente pigra che vuole stare al fresco a mangiare.

    Sotto al rifugio si gode di questo panorama

     

    Torniamo sui nostri passi, facendo la stessa strada dell'andata, ma a 50 metri dall'auto, prendiamo la deviaziaone per la malga dell'Alpe, che è a 5 minuti. Qui ci accolgono caprette, asinelli, due super cagnolone con cuccioli affettuosi che fanno impazzire i bambini. Facciamo merenda, la malga è tutta per noi. La signora che gestisce la malga, aiutata dalle figlie è simpatica e disponibile. Credo si possa salire anche con l'auto se si pranza in malga, ma dal parcheggio saranno 200 metri, non credo ne valga la pena.

    Il video dell'escursione

  • Escursione al Rifugio Taramelli il più antico del Trentino

    Escursione: Dal campeggio Vidor a Pozza di Fassa fino al rifugio Taramelli in val Monzoni
    Luogo:Val Monzoni
    Condizioni Meteo :Sole
    Difficoltà:Nessuna, a giugno c'era solo un nevaio da attraversare, ma senza problemi.
    Durata:Una giornata
    Panorama:2.5/5 - Bella la vista che si ha sulla valle Monzoni e su Punta Vallaccia
    Avvistamenti : No
    PassegginoNo - Si può usare solo fino alla malga Monzoni

    Il rifugio Taramelli il più antico del Trentino

    6.3 km, 03:28:24

     

    NOTA BENE: LA TRACCIA GPX PARTE DALLA MALGA MONZONI PERCHE' AVEVO DIMENTICATO DI ACCENDERE IL GPS

    Volete andare al rifugio più antico del trentino? Allora questa è l'escursione giusta per voi. Si parte da Pozza di fassa, parcheggiando più precisamente davanti al campeggio Vidor. Poco sotto il campeggio, dove c'è un ampio parcheggio e le navette che portano su al rifugio monzoni o nella valle di san Nicolò, parte un sentiero dentro il bosco che in mezzora porta alla Malga Crocifisso, dove una volta, quando ero bambino, si poteva arrivare e parcheggiare, e anche oltre, in un ampio parcheggio che serviva la valle di san Nicolò. Ora però c'è un bel divieto di accesso, e seguendo il sentiero si evita quindi la strada asfaltata per passare al fresco nel bosco.

    Una volta raggiunta la malga potreste prendere subito la strada che sale a destra dietro la piccola chiesetta, ma io vi suggerisco di camminare ancora per 150 metri e prendere il sentiero a destra all'altezza di un altarino in legno di Gesù. Anche in questo modo si eviterà di passare sulla strada percorsa dalle navette per un bel pezzo. Una volta ricongiunti col sentiero principale dobbiamo fare un ultimo sforzo e affrontare, sempre in salita, gli ultimi 300 metri per arrivare alla malga monzoni. Tutto questo percorso, di 1h.30 potete tagliarlo pagando e salendo col pulmino.

    La vista sulla valle

    Punta Valaccia e rifugio punta Vallaccia

    Ora ci sono due sentieri che partono subito dietro la malga, uno va al Rifugio Vallaccia, l'altro che è quello che prendiamo noi, e ci porta in 40 minuti al Rifugio Taramelli, il più antico del trentino. Il passeggino qui non è proprio possibile portarlo, sentiero è pieno di pietraia e ben più ripido. Proprio sotto il rifugio oltrepassiamo un nevaio residuo di questo inverno pieno di neve e finalmente raggiungiamo la nostra meta. Ad accoglierci c'è Ares, un cagnolone simpatico e affettuoso che ci terrà compagnia per il tempo del pranzo al sacco.

    Riscendiamo dal Taramelli sullo stesso sentiero fino alla malga monzoni, e da li di nuovo sui nostri passi fino al Vidor passando per Malga Crocifisso.

     

  • Escursione al Rifugio Vajolet

    Escursione: Dal Ciampedie al Rifugio Vajolet, passando per il rifugio Gardeccia
    LuogoCatinaccio
    Condizioni Meteo : Variabile
    Difficoltà: Fino al Gardeccia nessun problema per nessuno, da li in poi l'escursione diventa impegnativa e ci vuole gamba e fiato
    Durata: 2h  - Sola andata, per 4,5km
    Panorama: 3.5/5 - Si arriva sotto le torri del Vajolet,e si è circondati dalla roccia.
    Avvistamenti : No
    PassegginoSi, fino al Gardeccia senza problemi, oltre diventa davvero impegnativo pensare di spingerlo con tali pendenze.

    Rifugio Preuss e Vajolet

     

    4.8 km, 01:58:06

    Saliamo con la funivia che da Vigo di Fassa ci porta in cima al Ciampedie. Da qui scendiamo verso il rifugio Negritella e proseguiamo verso il bosco imboccando il comodo sentiero che praticamente in pianura e in 45 minuti di cammino, attraversando le piste da sci (la pista Tomba è davvero ripida) ci porta ad un pianoro con tanti rifugi, Gardeccia e Stella Alpina i più grandi. Qui c'è una bellissima fontana dove rinfrescarsi e riempire le borracce.

    Il sentiero sale verso il Vajolet

    Fino a qui nessun problema, ma la salita vera comincia ora. Il sentiero sale decisamente, impennandosi per non mollare mai, fino a che non sarà visibile il Rifugio Preuss, arroccato su un costone di roccia. Manca qualche centinaio di metri, il sentiero sale a zig zag per smorzare la pendenza, tra rocce e pareti a picco. Finalmente raggiungiamo i rifugi, Preuss e Vajolet, sotto le torri omonime. Per chi ha voglia di continuare si può salire al Re Alberto, che è proprio sotto le Torri del Vajolet, con un sentiero molto impegnativo che va affrontato aiutandosi con corde metalliche, o continuare per il rifugio Passo principe.

    La strada del ritorno è la stessa dell'andata, bisogna solo fare attenzione a non scivolare sulla ghiaia.

  • Escursione al sentiero Marciò

    Escursione: Sentiero Marciò.
    Luogo: Parco di Paneveggio
    Condizioni Meteo : Variabile
    Difficoltà: Escursione Facile, sterrata quasi completamente pianeggiante. Sentiero didattico.
    Durata: 1h
    Panorama: 2/5 – Nel bosco, non c’è molto da vedere.
    Passeggino: Si

    Il sentiero Marciò parte dietro il centro visitatori del Parco di Paneveggio, che consiglio di visitare anche prima della breve escursione. Poco più avanti, all’altezza del bar Manuel, potrete far vedere ai vostri bimbi i cervi tenuti in un grandissimo recinto, molto confidenti, quindi evitiamo di dar loro da mangiare pizza o cioccolatini, educando i nostri figli a NON nutrire gli animali con il nostro cibo. Meglio qualche filo d’erba.

    Partiti per il sentiero, subito superato il ponticello vetrato, scopriamo che questo è un sentiero didattico. Ogni tanto si incontra un palo con informazioni sugli animali, le loro abitudini, punti di osservazione e quant’altro. L’escursione ad anello è estremamente semplice, di breve durata e alla portata di tutti.

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  • Escursione alle Cinque Torri

    1 km, 01:10:58

    Escursione: Cinque Torri
    Luogo: Cortina d’Ampezzo
    Condizioni Meteo : Sole e caldo
    Difficoltà: Facile se salite con la seggiovia, come abbiamo fatto noi.
    Durata: Non abbiamo fatto un vero e proprio percorso, abbiamo visitato le trincee con calma, e pranzato al sacco sui bellissimi prati sotto le torri.
    Panorama= 5/5 – Straordinario, a 360°
    Passeggino= Si, almeno nella parte subito vicino alla seggiovia e dintorni. Assolutamente no nelle trincee.

    Al secondo tentativo riusciamo a salire alle 5 Torri. Il primo è fallito causa gara ciclistica con passo chiuso, quindi siamo stati costretti a tornare indietro. La giornata è perfetta, fa caldo, c’è il sole, arriviamo anche abbastanza presto e saliamo usando la seggiovia, passeggini al seguito, che poi non sono praticamente stati usati visto il percorso che si inerpica nella roccia o in strette trincee, ma se volete restare nei dintorni o arrivare a ridosso delle Torri non c’è nessun problema.

    Il panorama è straordinario. Non appena scesi dalla seggiovia ci siamo resi conto che le Cinque Torri si trovano in una posizione eccezionale, circondate a 360° gradi da alcuni dei posti più belli delle Dolomiti Ampezzane. Le torri sono state scenario dello scontro tra l’Italia e le truppe Austro-Ungariche durante la prima guerra mondiale, e la storia è li, a disposizione, a memoria dei tempi. Potete visitare questo bellissimo museo a cielo aperto, ripercorrere le trincee, guardare le condizioni in cui hanno affrontato tutto questo i soldati, visitare costruzioni belliche.

    E poi, a pranzo, stendervi su un prato e godere del bellissimo panorama, riposarvi sotto le torri, binocolo alla mano, in cerca di arrampicatori, o magari per vedere la funivia del lagazuoi.

    L’escursione alle Cinque Torri seppure come affrontata da noi, è estremamente appagante, soprattutto in una giornata soleggiata. Da non perdere.

     

     

  • Escursione da Passo Rolle a Baita Segantini

    Escursione: Baita Segantini
    Luogo: Passo Rolle – Dolomiti
    Condizioni Meteo : Soleggiato, Fresco
    Difficoltà: Per tutti, purché allenati
    Durata: 4h di camminata circa tra andata e ritorno
    Panorama:5/5 – Panorama straordinario
    Passeggino: si, di qualsiasi tipo, meglio se da trekking

    Una bellissima escursione che parte da Passo Rolle (1989m) è quella che porta alla Baita Segantini. Il sentiero è una mulattiera molto larga, tanto da permettere il passaggio di una navetta che se volete può evitarvi la fatica e portarvi direttamente in cima, sotto le Pale di San Martino.

    Parcheggiata l’auto al parcheggione in cima al passo, ci si incammina su per i prati seguendo sentieri di terra battuta, fino a ricongiungersi alla sterrata principale. Questo sentiero non presenta mai difficoltà, se non una salita poco impegnativa ma costante. Ci sono delle deviazioni che tagliano nettamente il tragitto della mulattiera principale, ma che presentano dei tratti leggermente più impegnativi a livello di sforzo fisico. Il vostro allenamento e determinazione decideranno quale strada farvi prendere.

    La prima sosta per riposare le spalle dal peso degli zainetti porta bimbo l’abbiamo fatta alla Capanna Cervino (2084m). Qui la curiosità dei nostri piccoli viene catturata da un piccolo recinto con degli animali da fattoria. Per i pigri, qui fa sosta anche la navetta. Bevuto un sorso d’acqua si riparte.

    Dopo un paio d’ore di cammino raggiungiamo la Baita Segantini (2170m). Troviamo un posto dove stenderci ad ammirare la maestosità delle Pale di San Martino, nei pressi del laghetto sotto la baita e ci godiamo un meritato panino e un po’ di frutta. Lasciati liberi i bimbi di scorrazzare mi godo le Pale di San Martino e la loro imponenza. Vi si sente sovrastati da queste rocce, circondati solo dal rumore del vento.

    Un veloce caffè alla Baita Segantini, affollatissima, forse una delle più affollate che abbia mai visto. Le possibilità di escursione qui in cima sono numerose, ma con due bimbi al seguito torniamo sui nostri passi, seguendo lo stesso percorso a ritroso. Mentre scendete concedetevi un attimo per affacciarvi sulla destra, dove sarà visibile il Castellazzo, meta di escursionisti diretti al Cristo Pensante.

     

  • Escursione fino ai resti del Beechcraft C45 nei monti Lucretili

    Escursione: Dalla pineta di Monteflavio fino ai resti del Beechcraft C45
    LuogoMonti Lucretili, Lazio
    Condizioni Meteo : Soleggiato 
    Difficoltà: Escursione semplice adatta a tutti
    Durata:1.10h sola andata
    Panorama:2,5/5 - Siamo alle pendici del monte Pellecchia e possiamo osservare il monte Gennaro
    Avvistamenti : No
    PassegginoSi, meglio da trekking

    Il monte Pellecchia

     

    3.3 km, 01:08:32

    Questa bella e semplice escursione inizia dalla pineta di Monteflavio, raggiungiubile seguendo una sterrata non troppo impegnativa se non in alcuni tratti, dove lasceremo l'auto e inizieremo il sentiero che ci poterà alle pendici del monte Pellecchia e al sentiero che porta su in vetta, ma che in questa escursione non prenderemo, limitandoci a raggiungere i resti dell'aereo che negli anni 60 si schiantò su questa montagna.

    Nel periodo primaverile bisogna stare attenti alle processionarie che si trovano nella prima parte del percorso, quella coperta dai pini. Non ce n'erano molte, ma i nidi erano davvero molti, quindi prestate attenzione quando passate sotto gli alberi, magari tenendovi al centro del sentiero.

    La sterrata che porta alle pendici del Pellecchia

     

    L'escursione non è mai impegnativa, la strada è sempre molto comoda e praticamente in piano. Dopo circa 40 minuti si raggiunge un'altra area picnic con qualche tavolino dalla quale è possibile godersi la vista del monte Gennaro, seconda cima dei Lucretili, per poi proseguire fino ad un bivio dove terremo la destra. Questa sarebbe la parte di ritorno del giro ad anello del Monte Pellecchia, ma l'aereo è li a pochi passi. Difatti dopo 200 metri circa, lungo la strada, incontriamo la coda dell'aereo.

    La coda del Beechcraft C45

    Come raggiungere la parte superiore dell'aereo

    Dalla coda, guardando le indicazioni della foto qui sopra, dovete salire arrampicandovi nel bosco fino ad uscire dalla vegetazione, roba di 50 metri, e vi troverete di fronte la parte alta dell'aereo, le ali e il carrello. Ci dovrebbe essere, a valle, anche il motore, ma non siamo riusciti a trovarlo.
    Per tornare riprendete i vostri passi e seguite il sentiero a ritroso, per una lunghezza totale di 7km circa.

     

  • Escursione in val Viola

    La bellissima Val Viola nei pressi del rifugio Valgoi

    Escursione: Si parte dal microscopico parcheggio e si fa un anello passando per il rifugio Viola e scendendo verso il Valgoi
    Luogo:Val Viola
    Condizioni Meteo :Soleggiato
    Difficoltà: Escursione semplice su strada sterrata fino al rifugio Viola, bellissimo il sentiero che scende al Valgoi.
    Durata:5,00h - Anello
    Panorama:5/5 - Vallata fantastica.
    Avvistamenti : Si, marmotte.
    Passeggino:Si, meglio se da trekking. SOLO SULLA STERRATA FINO AL RIFUGIO VIOLA.

     

    9.8 km, 05:36:47

     

    Abbiamo rischiato di non riuscire a vedere la val Viola. La strada è stata chiusa una settimana per rifacimento. Finalmente all'ultimo tentativo abbiamo aspettato che gli operai, davvero molto gentili e pazienti, finissero gli ultimi 20 metri di asfalto, che questo si freddasse, per poi salire su, lungo la strada fino alla sbarra dove c'è un parcheggio (piccolo) e un bagno ecologico.
    Da qui inizia il nostro giro ad anello in val Viola. Cominciamo subito prendendo la sterrata, che sale dolcemente tra piccole abitazioni tipiche delle zone di montagna. Sulla sinistra si vedono in lontanza malghe e alpeggi e si intuisce quello che sarà il sentiero del ritorno, che vedremo poi. Il tempo tende a cambiare rapidamente in montagna e man mano che saliamo le nuvole si fanno sempre più basse, tanto da nasconderci la vista della prima tappa di questo anello, il rifugio Viola .

    Siamo 10 persone in totale. Due ragazze fuori per un weekend, due amici appassionati di montagna, una famigliola alla prima esperienza di montagna. Prediamo un piattone di polenta e un dolce dall'aspetto fantastico, e da come lo hanno divorato i bambini immagino che anche il sapore non fosse da meno.

    Il rifugio Viola

    Il dolce dall'aspetto e dal sapore eccezionale.

    Mentre tutti ritornano sui propri passi noi continuiamo il nostro anello, prossima tappa il rifugio Federico Valgoi in Dosdè. Questa parte del percorso, che inizia attraversando un rigagnolo che affluisce nel lago proprio di fronte al rifugio, è meravigliosa. La discesa attraversa rocce, su un sentiero strettissimo, sassi caduti chissà quando, farfalle, fiorellini colorati, corsi d'acqua. C'è davvero tutto, i bambini si divertono un mondo. Non appena si scorge un alpeggio sappiamo di essere arrivati alla meta. Attraversiamo un ponte che ci regala un paesaggio mozzafiato sulla val Viola, la parte più bella, decisamente più bella rispetto alla prima parte del sentiero. Il torrente che scorre sotto di noi ci conduce con l'occhio alla sorgente delle sue limpide acque: il ghiacciaio Dosdè.
    Al rifugio Valgoi siamo soli. Facciamo una merenda e due chiacchiera con la gentile signora che lo gestice, scoprendo che il rifugio prende il nome da un ragazzo che ha perso la vita in un incidente mentre andava ad arrampicare.
    Adesso dobbiamo chiudere il giro. Dobbiamo scendere un pò e poi riguadagnare quota. Passiamo per un rado bosco e raggiungiamo la baita Caricc attraversando un ponte di legno, lo superiamo e proseguiamo in piano fino sotto al parcheggio.
    Qui tra mucche al pascolo risaliamo in un fitto bosco, e in 10 minuti siamo di nuovo al parcheggio.

    Il rifugio Federico Valgoi

    La vallata prima di rientrare verso il parcheggio

    L'escursione è stata lunga ma appagante, per un totale di 10 km circa.
    Avrei voluto che qualcuno mi consigliasse di fare il giro al contrario rispetto a come l'abbiamo fatto noi. Sicuramente la salita al rifugio Viola sarebbe stata molto più appagante, ma facendo prima la sterrata abbiamo fatto molto meno dislivello. La scelta spetta a voi, ma passate al rifugio Federico Valgoi, li la val Viola vi incanterà.

     

    Il video dell'escursione

  • Escursione Passo Rolle ai laghi di Colbricon e ritorno a San Martino di Castrozza

    Escursione: Laghi di Colbricon, partenza da Passo Rolle, arrivo a San Martino di Castrozza passando per Malga Ces.
    Luogo: Passo Rolle
    Condizioni Meteo : Coperto
    Difficoltà: Escursione facile con un solo passaggio esposto.
    Durata: 2h
    Panorama: 3/5 – Escursione piacevole, preferibile col sole per pranzo al sacco al lago.
    Passeggino: Si, fino ai laghi.

    Tornando dall’escursione in Val Venegia decido di farmi lasciare a Passo Rolle per fare il sentiero 348 che passa per i laghi di Colbricon e scende fino a San Martino di Castrozza. Stavolta vado solo, i bimbi sono stanchi e tornano a casa con la mamma, a riposare.

    Il sentiero è molto bello, passa in un bosco pieno di colori e arriva in breve tempo ai laghi di Colbricon, dove si intravede anche il rifugio omonimo. Decido di fare il giro dei laghi, ringrazio i miei scarponi per aver tenuto i piedi asciutti nei passaggi molto umidi, dopo qualche foto raggiungo un cartello che mi racconta la storia di questi laghi. Qui troviamo la prima testimonianza dell’uomo in alta quota, un piccolo insediamento scoperto dai fratelli Secco nel 1971.

    Prendo un caffè al rifugio e mi rimetto subito in marcia. Il tempo è brutto, le nuvole cariche di pioggia, scure e minacciose, temo di prenderla tutta. Continuo sul sentiero 348 che dopo una brevissima salita inizia a scendere. Qui l’unico punto esposto dell’escursione, un sentiero che fiancheggia la montagna ma che non presenta alcuna difficoltà per un escursionista navigato. Dopo un breve tratto nel bosco si sbuca sulla pista da sci dietro Malga Ces.

    All’altezza di quest’ultima, sempre sulla pista, dirimpetto alla malga, c’è l’indicazione del sentiero che riporta verso San Martino, passando per il bosco. Potete scegliere diversi sentieri a dire la verità, ne ho fatti diversi, tutti portano giù in paese, avete solo l’imbarazzo della scelta.

     

  • Fontanone di Goriuda

    {jcomments on}Il fontanon de Goriude

    Siamo in Val Raccolana, che si raggiunge scendendo da Sella Nevea verso Chiusaforte. Dopo qualche tornante e scendeno parecchio di altitudine si arriva ad una trattoria dove è possibile parcheggiare l'auto. Da qui in 15 minuti si raggiunge un posto fantastico che non dovete assolutamente perdervi se siete in zona.

    Il Fontanone di Goriuda si presenta maestono ed imponente, con la cascata d'acqua, la cascata del sole, che si tuffa nel laghetto sottostante creando scrosci, nubi d'acqua e uno spettacolo naturale davvero maestoso. Si può passare sotto la cascata e fermarsi sulle rive del laghetto per ammirarne le acque limpide. Un posto consigliatissimo soprattutto per i vostri bambini che ne rimarranno stupefatti.

  • I laghi di Cancano

    Papà e figlio con il lago di Cancano alle spalle

     

    Escursione: Giro ad anello del lago di Cancano
    Luogo:Laghi di Cancano, Valtellina
    Condizioni Meteo :Soleggiato
    Difficoltà:Escursione totalmente pianeggiante ma decisamente lunga.
    Durata:4,40h - Giro ad anello di 12km
    Panorama: 3/5 - Vallata e lago splendidi.
    Avvistamenti : No
    Passeggino:Si, ma se fate il giro ad anello ci sarà un punto dove il bimbo va fatto scendere per una trentina di metri per via della sterrata chiusa.

    11.5 km, 04:41:26

     

    I laghi di cancano sono un must della Valtellina. Chiunque li abbia visti è pronto a consigliarli senza indugio. Da ora anche io sono uno di questi.
    Bisogna però decidere come goderseli.
    Innanzi tutto bisogna salire con la macchina fino all'enorme parcheggio che si trova poco sopra, sempre avendo cura di pagare prima il pedaggio alla colonnina lungo la strada.
    Una volta arrivati ci si rende conto che il posto è davvero bello come dicono, ma solo dacendo il giro del primo lago, chiamato lago di Cancano, ci si rende conto di quanto questa affermazione sia vera.

    Si passa sopra la diga per raggiungere l'altra sponda ed il rifugio Fraele

    Rifugio Val Fraele

     

    A piedi o in bici? Noi l'abbiamo fatto a piedi, ma credo che la bicicletta sia la soluzione ideale. Il sentiero infatti è sempre al sole, non c'è modo di ripararsi all'ombra da nessuna parte, ma la cosa peggiore è che c'è un traffico come sulla Tiburtina la mattina presto di un giorno lavorativo. Non so se ci fosse qualcosa di particolare quel giorno, fatto sta che percorrendo il giro ad anello la strada va condivisa con le auto, e spesso qualche automobilista non rallenta a sufficienza sollevando polvere a non finire. Ci passa persino la navetta, quindi forse sarebbe meglio prendere quella piuttosto che muoversi con le auto.

    Arrivati alla seconda diga, la prima è proprio dove abbiamo parcheggiato l'auto, la attraversiamo per raggiungere l'altra sponda. E' proprio dalla diga che si riesce ad ammirare lo spettacolare paesaggio che i laghi offrono. Appena arrivati sulla sponda opposta del lago sostiamo al rifugio Val Fraele (1954m), molto accogliente e ben tenuto, che vi lascerà usare i tavolini a patto di prendere un paio di birre.

    Da qui si continua per la strada che passa sotto il rifugio e costeggia il lago, che stavolta sarà sulla vostra destra. Non passeranno automobili, perché questo sentiero è chiuso da due sbarre. Sicuramente più bello del sentiero di andata, in altri 5km ci porta alla diga di partenza dove, prima di tornare al parcheggio, decidiamo di visitare la chiesetta di sant'Erasmo, vicina all'altro punto di ristoro, il rifugio Solena.

    La meritata pausa al rifugio Fraele

     

    Camminata mai impegnativa ma molto lunga, adatta ai passeggini nella quasi totalità se si fa il giro ad anello, tranne che per un punto sul sentiero di ritorno dove non è consentito passare sotto la galleria (è completamente buia e un mezzo da lavoro potrebbe non vedervi). L'unica qui è prendere in braccio i bimbi e per quei 30 metri anche il passeggino. Non c'è pericolo, solo scomodità.
    Sono sicuro che con le bici, che possono essere noleggiate al parcheggio, il giro dei laghi sia più interessante. Ci si può spingere fino al secondo lago, farne il giro, e poi riprendere la traccia fatta da noi a piedi. Quindi valutate bene e se il periodo è troppo affollato, arrivate presto per noleggiare le bici prima che non ce ne siano più a disposizione.

    Il video dell'escursione

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