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  • Lago di Chamolé partendo da Pila

    Il lago di Chamolé

     

    Escursione: Si parte da Pila
    Luogo:Valle d'Aosta - Pila
    Condizioni Meteo :Soleggiato
    Difficoltà: Escursione semplice ma lunga!
    Durata:5h in movimento - anello
    Panorama:5/5 - Si gode di un paesaggio pazzesco che spazia dal monte Rosa al monte Bianco e tutta la valle centrale di Aosta
    Avvistamenti : No.
    Passeggino:Si, in alcuni punti più scomodo ma fattibile almeno all'andata. dalla seggiovia va lasciato perché diventa un vero e proprio sentiero di montagna. Il ritorno va fatto sulla stessa strada dell'andata e non è possibile fare l'anello

    9 km, 06:22:35

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    Per raggiungere il lago di Chamolè ci sono due modi. Quello rapido e senza sforzo, ovvero la seggiovia, oppure facendo un lungo e non troppo faticoso sentiero con giro ad anello che ci ripaga con panorami mozzafiato spaziando dal Monte Bianco al Monte Rosa.
    Una volta raggiunta Pila, famosa località sciistica valdostana, si parcheggia l'auto al primo piazzale, dove ci sono negozietti e bar e si sale la scala di ferro di fronte al parcheggio che ci porta all'inizio del sentiero.
    Si passa per le piste da sci, superiamo le prime baite che incontriamo dopo neanche 100 metri, e proseguiamo a salire sempre costeggiando le piste.
    Le indicazioni su questi sentieri non sono proprio perfette. Noi abbiamo seguito il sentiero 19, che ogni tanto spariva, poi ricompariva da qualche altra parte.
    Superate le piste si entra finalmente nel bosco e una volta usciti sulla poderale che non abbandoneremo più fino quasi sotto al lago di chamolé, il paesaggio si apre nei pressi di un laghetto con un ristorante/baita sulle sponde, il Société.

    Il lago e la baita societé

    La vista dal lago di Chamole

    Già qui potremmo stendere i teli e goderci il resto della giornata, ma l'obiettivo non è ancora raggiunto. Proseguiamo quindi sul comodo e largo sentiero che ci porta all'arrivo della seggiovia che parte da pila (se si è scelto di non camminare) costeggiando una pista di downhill.
    Il rifugio è chiuso perché pericolante, ma c'è un chioschetto che ci da la possibilità di gustarci una birra fresca.
    Dopo la sosta continuiamo per il lago, che raggiungiamo in 15 minuti. Molto carino, acqua pulita e piena di girini, addirittura i barbecue per fare le grigliate!! Da qui parte un sentiero che si inerpica sulla montagna per raggiungere il rifugio Arbolle. Nella direzione opposta il sentiero che prendiamo scende verso Pila.

    Si gioca nei pressi dell'acqua

    Il sentiero della discesa comincia qui.

    Sentiero piu da montagna che passa per vecchi alpeggi (che forse per la stagione 2024 saranno aperti) e poi rientra nel bosco tagliando, facendo molta attenzione seppure ben segnalato, un'altra pista di downhill.
    Usciti dal bosco ci ritroviamo in alto sopra le prime baite viste ad inizio sentiero. Scendiamo e prendiamo un pò di sole prima di tornare alla macchina.

     

    Il video dell'escursione

  • Lago di Jasna

    {jcomments on}Il bellissimo lago di Jasna in Slovenia

    Il lago di Jasna si trova nelle immediate vicinanze di Kraniska Gora, cittadina slovena di montagna, subito dopo il confine con Tarvisio, e forse più nota per le sue piste da sci che per quello che ha da offrire nel periodo estivo, sebbene li intorno ci siano diverse escursioni da fare, tra cime, cascate e laghi.

    Arrivati al lago potete scegliere di parcheggiare nelle sue immediate vicinanze (ammesso che troviate posto) o parcheggiare circa 1km prima e fare la bellissima passeggiata che costeggia il fiume e arriva sulle rive del lago.

    I locali sul lago dove prendere una birra fresca

    Lago di Jasna, tra bagni e tuffi

    Ci sono diversi posti dove prendere qualcosa da bere o mangiare un boccone, la scelta non mancherà, ma se vi porterete il pranzo al sacco avrete massima scelta dove fermarvi in tutto relax, tra le sponde del lago, le piattaforme sotto il sole, o il letto quasi del tutto asciutto del fiume. L'acqua non è gelida, c'è una bella piattaforma per fare i tuffi nelle sue acque cristalline ed un noleggio per kayak. Tutto quello che serve per passare una giornata in pieno relax circondati dalla natura.

  • Lago Dimon

    Escursione: Lago dimon, partendo dal vecchio castello Valadjer
    Luogo:Castello Valadjer
    Condizioni Meteo :Variabile, pioggia.
    Difficoltà:Escursione micidiale seguendo il sentiero CAI 404. Si fanno tutti i metri di dislivello in una manciata di km.
    Durata:3,53h  - Andata e ritorno, per 10,3 km totali
    Panorama:3/5 - Lago molto bello e panorama di ampio respiro seguendo il sentiero cai
    Avvistamenti : No
    Passeggino:Si, la sterrata è buona ma dovete fare quella andata e ritorno.

    Il lago dimon

    10.4 km, 04:48:30

    Per andare al lago Dimon ci sono diverse strada, che partono tutte nei pressi del castello Valadjer, sopra Ligosullo. La più comoda è sicuramente la noiosissima mulattiera, che volendo vi porta direttamente al lago (non ho visto divieti) ma è stretta e si passa uno per volta, quindi se incontrate un'auto nel senso opposto tanti auguri.
    Il sentiero scelto da noi è quello del CAI 404, che parte dentro al bosco. Facciamo subito una considerazione. Questo sentiero ha una pendenza davvero molto accentuata, è molto faticoso, si fanno molti metri (circa 400) di dislivello in meno di 1km, quindi vi lascio immaginare le pendenze. Una volta raggiunti i 1.708m di Val di Legnan, dove c'è un ripetitore, possiamo tirare un pò il fiato e fare una sosta. Si riparte puntando il monte Neddis, 1990m, che aggireremo passandoci sotto a quota 1900 circa, su un sentiero che sale ripido ma molto meno di quello appena fatto, ma soprattutto in quota con una bellissima visuale sulle vallete sottostanti e sul monte Zermula, e se siete fortunanti come noi riuscirete a vedere persino il Triglav, in Slovenia.

    Finalmente siamo in quota!

    Ce l'abbiamo fatta, da qui in poi è una passeggiata!Finalmente siamo in quota!

    Raggiunge le pendici del Neddis il sentiero spiana e l'ultima parte si fa completamete in falsopiano, guardando dall'alto la noiosissima sterrata, fino a che dietro una roccia ecco spuntare il lago Dimon. Il sentiero proseguirebbe dritto, ma il tempo è cambiato, rischiamo di prendere l'acqua, cosi scendiamo dritti per dritti puntando il lago, cosa che sconsiglio di fare se non allenati ma soprattutto dopo un temporale, il rischio di scivolare è molto elevato (anche se non cadrete in nessun burrone).
    Al lago il cielo si fa nero, non riusciamo ad apprezzare la bellezza del posto ne tantomeno sperare di fare una capatina a monte Dimon o al Paularo. Riesco però a farmi offrire una birra da dei ragazzi che stanno campeggiando da 3 giorni, davvero super organizzati, persino con una zattera per accorciare le distanze tra una sponda e l'altra.

    Il lago visto da sotto la cima Dimon

    Raggiungiamo il lago dopo aver preso la direttissima.

    Col boccone in bocca cominciamo a mettere i kway, c'è un fuggi fuggi generale, giustificato dall'acquazzone che prendiamo per buoni 40 minuti sulla sterrata (molto più facile da fare soprattutto sotto le intemperie), arrivando cosi alla macchina fradici nonostante il sole sia tornato prepotente e su al lago non ci sia più nemmeno una nuvola.
    Sfortuna, in montagna capita!

    Il video dell'escursione

  • Lago Volaia

    Escursione: Dal rifugio Tolazzi al lago Volaia
    Luogo:Passo Volaia
    Condizioni Meteo :Soleggiato
    Difficoltà:Escursione impegnativa soprattutto se nella prima parte si sceglie il sentiero che taglia per il bosco
    Durata:1,27h  - Sola andata, per 3,1 km
    Panorama:5/5 - Il posto è sublime. Di una bellezza rara. Escursione consigliatissima
    Avvistamenti : No
    Passeggino:No

    Il bellissimo lago Volaia al tramonto

    3.2 km, 02:20:15

    Quella al lago Volaia è una escursione che mi sento di consigliare anche a chi ha poco allenamento, perché sebbene l'escursione sia abbastanza impegnativa il posto che si raggiunge è davvero magico, soprattutto se a farvi compagnia c'è una bella giornata di sole, come nel nostro caso.
    Il sentiero parte dietro il rifugio Tolazzi, che è comodamente raggiungibile salendo sopra forni avoltri, lungo una strada asfaltata comoda che arriva fino sotto il rifugio, dove c'è molta possibilità di parcheggiare l'auto, anche se come noi doveste arrivare tardi.
    Dopo aver percorso qualche tornante della sterrata dietro il Tolazzi incontriamo un bivio: Rif Lambertenghi - Passo Volaia oppure Rifugio Marinelli. Seguiamo il sentiero per il Lambertenghi, per poi di nuovo deviare nel bosco al bivio successivo. A questo bivio potete scegliere di fare il sentiero di montagna, sulla destra, con pendenze più marcate ma più corto e più appagante, oppure tenervi sulla sinistra e proseguire sulla strada sterrata, noiosa ma più comoda.

    Siamo nella seconda parte del sentiero, che sale in modo ancora più ripido rispetto a prima

    Il rifugio austriaco sulla sponda opposta del lago

    Il sentiero sale in mezzo al bosco, fino ad uscirne e farci capire subito che siamo ancora lontani dalla nostra meta. Dobbiamo per prima cosa ricongiungerci alla mulattiera e poi prendere il sentiero inequivocabile che sale su, senza sosta, con la possibilità di fare qualche piccola scorciatoia se siete avventurosi (i bambini ringrazieranno). La salita è dura, ma finalmente raggiungiamo la prima costruzione in pietra qualche centinaio di metri sotto il rifugio Lambertenghi.
    Qui finalmente il sentiero molla un pò, le pendenze si fanno più dolci, il rifugio è in vista e lasciamo che le gambe vadano da sole. Superato il rifugio Lambertenghi, chiuso per restauro, rimaniamo affascinati dalla bellezza del Lago Volaia, incastonato fra le rocce, circondato da trincee e neve. Un luogo magico.

    Che soddisfazione aver esplorato trincee e trovato reperti della prima guerra mondiale!

    Decidiamo di prendere una birra al rifugio austriaco, sulla sponda opposta. Dopo la sosta scendiamo a mettere i piedi nelle acque gelate del lago. C'è persino qualche tedesco che azzarda un bagno. Tutto intorno ci sono trincee, filo spinato, testimonianze della grande guerra. Smuovendo qualche sasso trovo una scatola di sardine, i bambini sono elettrizzati, la ricerca continua e aggiungiamo al "bottino" due involucri di proiettile e molti frammenti di granate. Facciamo anche un salto sul piccolo nevaio, e quando il sole comincia a calare ci accorgiamo di essere gli unici rimasti. Quindi cominciamo la nostra discesa, visitando prima le trincee e le gallerie sotto il Lambertenghi, poi prendendo la strada del ritorno per proseguire stavolta lungo la sterrata sicuramente più comoda.(GPX TRACK di questa sterrata piu comoda solo per metà tragitto disponibile su richiesta).

    Il video dell'escursione

  • Malga Grantagar

    {jcomments on}Escursione: Saliamo fino alla Malga Grantagar 
    Luogo:Sopra il lago di Predil
    Condizioni Meteo : Soleggiato 
    Difficoltà: Escursione che sale costantemente, senza mollare mai, fino alla malga. MOLTO NOIOSA, soprattutto per i bambini.
    Durata: 1:45h
    Panorama: 4/5 - La fatica di fare un sentiero privo di alcun interesse viene ripagata dalla vista che si ha dalla malga.
    Avvistamenti : No
    Passeggino: Si, ma il sentiero è costantemente in salita, non molla mai e non ci sono punti comodi dove riposarsi senza dover tenere fermo il passeggino.

    L'arrivo alla Malga Grantagar

     

    3.9 km, 02:04:26

     

    Sulla strada per Sella Neva venendo da Tarvisio (Sp 76), dopo aver superato il lago di Predil, troverete sulla vostra destra un monumento ai caduti della polveriera  di Prat da l'Ors. E' qui che si parcheggia l'auto e dove comincia il nostro sentiero.

    Vorrei subito dire che l'escursione è assolutamente noiosa, priva di alcun interesse per i bambini e costantemente in salita. Questo mix di ingredienti l'ha resa molto ostica per loro. Si sale per innumerevoli tornanti su di una strada bianca che è possibile percorrere anche in auto (sconsigliato, è strettissima soprattutto in cima), ma almeno potrete percorrere il primo km e parcheggiare dopo le vecchie costruzioni in cemento, dove c'è un ampio spazio erboso.

    Da li fino alla malga è assolutamente tutto ugualmente noioso, tranne una piccola deviazione nel bosco che ci permette di saltare un solo tornate e risparmiare un pò di strada.

    Il rifugio Corsi

     

    Una volta usciti dal bosco però il paesaggio che ci troviamo di fronte è spettacolare. Lo Jof Fuart e il campanile di Villaco, il rifugio Corsi, e il Mangart alle nostre spalle. Tutto questo ci ripaga dallo sforzo e dalla fatica fatta per arrivare quassù.

    Gli ultimi 200 metri per arrivare alla malga sono fatti con questo panorama magico che poi potrete assaporare in tutto relax seduti sui prati attorno la malga o da un tavolo di legno mentre mangiate un buon piatto di polenta o un dolcetto.

    Da li partono altri sentieri, molto più impegnativi, e visto lo sforzo fatto per arrivare qua mi sento di chiedere ai miei figli di accompagnarmi e li lascio giocare sui prati della malga.

    Torniamo per lo stesso noioso percorso dell'andata.

  • Malga Lavareit

    Escursione: Da Cleulis a Malga Lavareit
    Luogo:Cleulis
    Condizioni Meteo :Nuvoloso
    Difficoltà:Escursione semplice ma abbastanza noiosa.
    Durata:2,10h  - Sola andata, per 6,1 km
    Panorama:3/5 - Siamo sotto al monte Terzo, e di fronte a noi il passo di Monte Croce Carnico, il Pal Piccolo, il Freikofel e il Pal Grande
    Avvistamenti : No
    Passeggino:Si, la sterrata è buona

    Malga Lavareit

    6.1 km, 02:31:00

    In zona Cleulis c'è una passeggiata semplice da fare insieme ai bambini. Bisogna seguire la stretta strada che nella fine del paese di cleulis sale, volendo, fino in malga. Ovviamente essendo la strada stretta il passaggio in caso di incontro di altra autovettura sarà molto difficoltoso.In periodi con poca affluenza si riesce ad arrivare parecchio in su con l'auto e onestamente lo consiglio, visto che l'escursione è tutta su strada sterrata. Eh, queste noiosissime sterrate, adatte si ai bambini e ai passeggini, ma davvero poco appaganti. Quindi tutto quello che riuscite a togliere sul chilometraggio totale è benvenuto.

    Il sentiero con le statue di legno

    Il Passo di Monte Croce Carnico, con il Pal Piccolo, Freikofel e Pal Grande

    A metà strada, quando siamo ormai saliti di quota, cominciamo a vedere moltissime sculture di legno, di tutti i generi, e i bambini si divertono a riconoscere l'animale o l'oggetto raffigurato. Si prosegue sempre sulla sterrata, senza possibilità di sbagliare, mantenendoci sempre sulla via principale evitando le deviazioni per il monte Terzo. Finalmente arriviamo sotto la cima del monte Terzo, cominciamo a intravedere la malga, davvero molto carina e con le mucche al pascolo. Il panorama da sulla vallata di Timau: vediamo il Pal Piccolo, il Freikofel, Il Pal Grande, il passo di monte croce carnico. Insomma ampio respiro e prati verdi dove riposarsi un pò. Dalla malga volendo si può salire al monte Terzo oppure ridiscendere per la strada dell'andata.

    Il video dell'escursione

  • Malga Meleit

    Escursione: Dal monte Zoncolan alla malga Meleit
    Luogo:Monte Zoncolan
    Condizioni Meteo :Soleggiato
    Difficoltà:Escursione semplice e panoramica.
    Durata:1,10h  - Sola andata, per 4,1 km
    Panorama:2/5 - Bella la visuale che si apre dalla malga sulla valle sottostante
    Avvistamenti : No
    Passeggino:Si, sterrata fattibile in alcuni punti asfaltata.

    La malga Meleit

    4.1 km, 01:09:45

    Una bella passeggiata, semplice e comoda, da fare sullo Zoncolan è la malga Meleit. Parcheggiata l'auto al parcheggio in cima al monte Zoncolan, prendiamo la strada che in 100 metri ci porta al rifugio Tamai. Da qui proseguiamo verso la malga Tamai (chiusa agosto 2021) senza alcuna difficoltà, sempre camminando sulla comoda strada sterrata. Salite veramente impegnative non ne incontriamo, è un continuo saliscendi fino al bivio per la malga Meleit. Da qui la strada è tutta in leggera discesa fino alla malga. Piccola e graziosa offre prodotti tipici, prati per prendere un pò di sole, tavolini per mangiare e bere. Ci sono i cani della malga in giro, quelli più attaccabrighe legati, che si fanno coccolare dai bambini. Questa escursione non presentà difficoltà di sorta, e può essere affrontata con i passeggini, ovviamente meglio se da trekking. Il ritorno è per la stessa strada.

     

    Il video dell'escursione

  • Monte Canin

    {jcomments on}Escursione: Partenza ovovia di Sella Nevea
    Luogo: Sella Nevea
    Condizioni Meteo : Parzialmente nuvoloso
    Difficoltà: Escursione piacevole e poco impegnativa completamente su roccia!
    Durata: Dipende da quanto vorrete fermarvi
    Panorama: 3,5/5 – A soli 1850 metri si è completamente circodanti dalla roccia, davvero spettacolare
    Avvistamenti : Si, stambecchi
    Passeggino: Si, ma solo se andate verso il nevaio

     Panoramica sul nevaio del Prevala

    Il monte Canin mi ha piacevolmente sorpreso.

    Con i bambini saliamo con la comoda e nuova ovovia, e una volta in cima ci troviamo in un luogo arido, selvaggio, bellissimo. A valle la vegetazione è rigogliosa e abbondante, su in cima siamo circondati a 360 da roccia, ghiaia e neve. E siamo solo a 1850m!
    Ma come è possibile? Me lo spiega una delle signore che gestisce il Rifugio Gilberti. Qui non batte il sole per 4 mesi l'anno, da novembre a febbraio. Ecco la neve un pò dapperttutto e il nevaio molto grande nonostante l'altitudine non sia cosi elevata.

    Rifugio Gilberti

    Decidiamo di fare il sentiero botanico,lungo un paio di chilometri, che a dirla tutta non è stato molto entusiasmante, forse avremmo dovuto salire alla sella di bivac, ma dovevamo andare anche giocare con la neve d'estate, e abbiamo optato per rimanere nei dintorni del rifugio.

    Dopo la pausa pranzo all'ombra del rifugio facciamo un incontro inaspettato. Stambecchi, tanti, giovani, cuccioli, bellissimi. I bambini ne sono rimasti affascinati, è stato il loro primo vero incontro con animali di montagna liberi nel loro territorio naturale. E che agilità anche i piccoletti.

    Si sccende nuovamente con l'ovovia o con il sentiero fino a valle.

  • Orrido dello Slizza

    {jcomments on}Escursione: Si percorre l'anello che costeggia il fiume
    Luogo: Tarvisio Boscoverde
    Condizioni Meteo : Soleggiato - Variabile
    Difficoltà: Escursione senza alcuna difficoltà, divertentissima per i bambini
    Durata: 1.00h 
    Panorama: 2/5 – Il fiume ha dei colori meravigliosi e un'acqua limpidissima, ma si è in una conca.
    Avvistamenti : No
    Passeggino: No

    Orrido dello Slizza

    1.5 km, 00:54:29

    A Tarvisio c'è un semplice ma bellissimo sentiero che lascerà i vostri bambini a bocca aperta.
    E' il sentiero dell'Orrido dello Slizza, che costeggia il corso del fiume dalle acque gelide ma cristalline e dai colori meravigliosi, facendo un giro ad anello che parte e torna al parcheggio che si trova nelle vicinanze del monumento ai caduti delle guerre napoleoniche.

    Lasciata l'auto e raggiunto il momumento il sentiero scende ripidissimo (ma a scale) fino al corso del fiume, dove c'è un ampio spazio per giocare un pò con l'acqua fresca, fare qualche omino di pietra, tirare i sassi piatti e contare quanti rimabalzi si riescono a fare.

    Qualche foto a bordo fiume

    I colori meravigliosi del fiume

    Andiamo a sinistra e cominciamo a seguire il corso del fiume, con dei sali scendi nel bosco e in alcuni tratti si passa su delle passerelle sospese che ci permettono di ammirare la bellezza del fiume, senza timore di scivoloni grazie alle griglie in ferro finissimo sulle assi di legno.

    Oltrepassato un punto in cui volendo, scalzi, si può attraversare il fiume per bagnarsi i piedi e rinfrescarsi, il sentiero torna a salire passando sotto la montagna e per poi cominciare a salire decisamente fino a che non si sbuca sulla ciclabile Alpe Adria.

    Usciti dal bosco costeggiamo l'alpe adria per altri 200 m e torniamo all'auto.

     

  • Pal Piccolo

    Escursione: Dal passo di Monte Croce Carnico al Pal Piccolo
    Luogo:Passo di Monte Croce Carnico
    Condizioni Meteo :Soleggiato
    Difficoltà:Escursione impegnativa con alcuni punti non adatti a chi soffre di vertigini
    Durata:1,30h  - Sola andata, per 2,4 km
    Panorama:5/5 - Siamo circondati dalle montagne e dalla storia. Posto fantastico!
    Avvistamenti : No
    Passeggino:No

    Il Pal Piccolo, museo a cielo aperto della prima guerra mondiale

    2.4 km, 01:59:21

    L'escursione al Pal Piccolo è una escursione che non va assolutamente tralasciata se ci si trova in Carnia, perché permette di salire in quota in un vero e proprio museo a cielo aperto, teatro di aspri scontri durante il primo conflitto mondiale.
    Raggiungiamo il passo di Monte Croce Carnico dove parcheggiamo l'auto. Si nota subito l'enorme pala eolica appena varcato il confine con l'Austria. Guardando la vecchia frontiera, a destra, in fondo al parcheggio, dietro al monumento a Giovanni Macchi Maggiore Guardia di Finanza, c'è l'inizio del sentiero che porterà su in cima al Pal Piccolo. Con rammarico la prima cosa che salta agli occhi è la cafonaggine di alcuni escursionisti (o forse dei camperisti) che proprio qui dove il sentiero comincia decidono di creare una piccola discarica. Si capisce subito dalla partenza che il sentiero sarà sempre stretto e con pendenze notevoli. Salendo si incontrano delle falesie dove alcuni arrampicatori si cimentano e sfidano se stessi. Proseguiamo senza sosta lungo lo stretto sentiero che non presenta quasi mai punti esposti, ma un ruzzolone, soprattutto in discesa, potrebbe accadere, quindi bisogna prestare attenzione a dove si mettono i piedi. La salita non molla mai, ogni tanto si incontrano degli slarghi dove riposarsi, qualche baraccamento e alcune gallerie scavate nella roccia, ma il sentiero tira fino su in cima, non c'è tregua, ci mettiamo l'anima in pace, siamo allenati.

    Feritoia che da sul Trincerone italiano

    Esploriamo tutte le trincee

    Continuando a salire arriviamo ad un bivio che indica a destra la via per il Freikofel, ma il nostro obiettivo ormai è li a portata di mano, vediamo il panettone del Pal Piccolo. Tiriamo dritti, facciamo l'ultima sosta prima della vetta li dove c'è un proiettile di canonne e una targa commemorativa.
    Arriviamo sotto il Pal Piccolo. Ora per salire ci sono due vie. La difficile, che saltiamo perché accompagnati da bambini, e la facile, che ci vede guadagnare la vetta grazie ad una ripidissima scala in legno, e poi arrampicandosi tra scalinate di roccia fino alle prime trincee. Sebbene a salire la scalinata sia molto facile, a scendere la notevole ripidità potrebbe essere fonte di problemi per chi soffre di vertigini, perché si ha la sensazione di essere quasi verticali e non ci sono pendii dolci sotto la scala, ma ripidi burroni. Ci sono comunque corde d'acciaio che fungono da passamano e che in caso di paura potete usare per ancorarvi con un imbrago. Oppure fatela come ho visto fare ad alcune persone, seduti o al contrario.

    Il panorama dalla croce del pal piccolo

    La ripidissima scala che porta sulle trincee

    Dalla vetta inizia la vera e propria visita al Pal Piccolo. Siamo circondati a 360 gradi dalle trincee, baraccamenti, postazioni d'artiglieria, ripari di fortuna. Si capisce quanto fossero vicine le trincee e quanto deve essere stata dura la vita quassù 100 anni fa, tra freddo e neve.
    L'unico modo per godere a pieno di questo museo a cielo aperto è esplorare, sempre con attenzione, e spostarsi tra una trincea e l'altra, raggiungere il trincerone, proseguire oltre, affacciarsi dalle feritoie.
    Quando decidiamo di scendere resta un pò l'amaro in bocca, una sensazione di aver potuto fare di più, aver visto di più, ma è ora di scendere.
    Discesa che avviene per la strada dell'andata.

    Il video dell'escursione

  • Parco Tematico della Grande Guerra

    {jcomments on}Escursione: Ripercorriamo la storia della Grande Guerra e delle battaglie avvenute in questi luoghi
    Luogo: Val Saisera
    Condizioni Meteo : Soleggiato 
    Difficoltà: Escursione con tre gradi di difficoltà diversi, divertentissima per i bambini
    Durata: 2.30h solo i primi due anelli
    Panorama: Sentiero interamente nel bosco.
    Avvistamenti : No
    Passeggino: No

    Il primo tunnel nella roccia

     

    4 km, 02:27:12

    Un sentiero interessante sia per i grandi che per i bambini si trova in Val Saisera, ed è il Parco Tematico della Grande Guerra, che ripercorre sentieri e tracce utilizzate dai soldati austro-ungarici durante la prima guerra mondiale.
    Il sentiero è composto da tre anelli, verde (facile), blu (medio) e rosso (impegnativo) che si susseguono l'uno dopo l'altro ma lasciano la possibilità di percorrere ad anello solo i sentieri adatti alle nostre possibilità, quindi si è liberi di fare solo l'anello verde, che è quasi tutto pianeggiante.

    Parcheggiamo l'auto nei pressi della locanda Montasio torniamo indietro di qualche centinaio di metri lungo la stradda asfaltata e arriviamo all'inizio del sentiero tematico, che subito sulla sinistra entra nel bosco e ci fa vedere le prime costruzioni in pietra poste a difesa del territorio.

     

    Costruzioni militari

    La casamatta con la scala

    Usciti dal bosco attraversiamo il torrente saisera, in secca, e riprendiamo le indicazioni per il sentiero verde, contrassegnato da un pallino di colore verde, e rientriamo nel bosco incontrando ogni 300 metri un punto interessante che ci mostra la vita di trincea, come un deposito munizioni, una postazione di tiro e passiamo persino in un tunnel di roccia, dove è raccomandabile avere con se una torcia, quella del cellulare va più che bene.

    Arrivati alla fine dell'anello verde proseguiamo sull'anello blu, e la cosa si fa più interessante, la quota sale, arriviamo ad una costruzione visitabile dove passato un punto sotto la roccia si arriva a delle scale ma dubbiosi sulla stabilità e soprattutto su cosa ci sarebbe stato sotto, insomma per prudenza evitiamo di scendere e proseguiamo il sentiero.

    Il sentiero della musica

    Quando arriviamo al sentiero rosso dopo i primi 300 metri scopriamo a malincuore che le piogge dei giorni precendenti hanno reso quasi inagibile la salita, con il fango che arrivava oltre le caviglie dei bambini e quindi siamo stati costretti a tornare sui nostri passi e a chiudere l'anello senza visitare quella che sicuramente era la parte più interessante del percorso.

    Scendendo seguiamo una variante che si intreccia con il sentiero della musica. Siamo nei boschi i cui alberi danno vita a strumenti musicali di pregio, vista la qualità della legna di queste foreste. Ricongiunti al sentiero verde c'è un'ultima postazione da visitare, un rifugio scavato nella roccia per ripararsi dai bombardamenti.

    Il sentiero prosegue senza fatica fino a raggiungere nuovamente il torrente e il parcheggio.

     

  • Piramide Etrusca di Bomarzo

    Escursione: Si prende una sterrata da via Cupa
    Luogo: Bomarzo, Lazio
    Condizioni Meteo : Soleggiato 
    Difficoltà: Escursione semplice ma con 2 passaggi che richiedono un pò di abilità 
    Durata: Tutto il giro senza soste può essere fatto in 45 minuti (per la seconda parte del tracciato chiedetemi la traccia GPX nei commenti)
    Panorama: 2/5 - Dalla vetta della piramide si riesce a vedere buona parte della tuscia
    Avvistamenti : No
    Passeggino: No

    La piramide etrusca di Bomarzo

      

    0.4 km, 00:23:35

    Nei pressi di Bomarzo, oltre il ben più noto parco dei mostri, nascosta nei boschi c'è una piccola meraviglia tutta da scoprire, a condizione che abbiate voglia di farvi una piccola sgambata e superare qualche ostacolo lungo il sentiero, nulla di davvero impegnativo, anzi divertente per i bambini.

    Lasciata l'auto all'inizio di via Cupa, cominciate a seguire la comoda sterrata bianca superando tutte le case e tenendovi sulla destra, fino a raggiungere un bivio dove la strada diventa più rovinata e sale verso destra. Arrivati ad un incrocio a T tirate dritto dentro il bosco, e per capire se siete sulla strada giusta vi ritroverete a sorpassare una lapide dedicata ad un cavallo. Continuando dritti il sentiero comincia a scendere nella macchia, passando accanto a resti di antiche abitazioni dove i passaggi diventano leggermente più impegnativi, ma mai pericolosi.

    Si passeggia tra i tumuli etruschi

    Continuando per altri 10 minuti si raggiunge il tumulo etrusco, a forma di piramide, ovvero una tomba di famiglie aristocratiche.
    Il tumolo, o piramide che dir si voglia, può essere arrampicato fin sulla sommità, richiede solo un minimo di agilità avendo gli scalini molto stretti e ripidi. Ma parliamo di 20 metri , non di più.

    Da li ci sono due modi per tornare al punto di partenza. Seguendo i nostri passi a ritroso per la stessa via dell'andata oppure continuando con un giro ad anello (non sempre ben segnato, meglio affrontarlo con un GPS - chiedetemi la traccia nei commenti se interessati -) ma sicuramente più appagato, che ci porterà al nostro bivio a T passando attraverso ad antiche costruzioni etrusche, tumuli soprattutto, e sulla sommità ci offrirà una bellissima visuale su buona parte della tuscia viterbese.

    La tuscia

    Raggiunto il bivio a T tornate all'auto percorrendo la strada a ritroso.

    {jcomments on}

  • Poštarski dom na Vršiču

    {jcomments on}Escursione: Si arriva alla vetta Vršič, 1737m, dove si ha un panorama incredibile a 360 gradi
    Luogo: Si parte dal Passo dell Moistrocca
    Condizioni Meteo : Nuvoloso
    Difficoltà: Escursione semplice per chiunque fino alla baita, leggermente più scivolosa per salire alla vetta.
    Durata: 1.30h andata e ritorno
    Panorama: 3.5/5 – Le alpi giulie ci circondano imponenti
    Avvistamenti : No
    Passeggino: Si, fino alla baita!

    La vetta Vrsic a 10 minuti dal rifugio

    2.2 km, 02:05:15

    Dal lago di Jasna prendete la strada che comincia a salire sul passo della Moistrocca, molto caratteristica perchè oltre a salire molto ripida, ha la pavimentazione dei tornanti fatta di sampietrini. Salendo con l'auto si incontrano diversi rifugi. Proseguiamo con l'auto fino alla cima del passo, dove prima che la strada comincia a scendere c'è un parcheggio e due casette in legno dove acquistare souvenir.

    Da qui parte una comoda carrareccia che dopo neanche 200m allarga per far posto ad un primo rifugio, e continuando a salire arriva dopo un dislivello di soli 100m al rifugio Poštarski, incontrando lungo la strada dei ruderi probabilmente della grande guerra e un cartello che ci indica la Ajdovska Deklica, la ragazza pagana, un vero e proprio volto scolpito nella roccia dalla natura.

    La ragazza pagana

    Il panorama dal Vrsic 1737m

    Siamo praticamente arrivati al rifugio, con diversi tavolini all'aperto e una splendida visuale sulle montagne circostanti. Qui c'è l'occasione per chi ha voglia di proseguire la passeggiata insieme ai propri figli di fargli conquistare una facile vetta e fargli firmare il loro primo libro di vetta. La salita dal rifugio è di 15 minuti, il panorama è eccezionale sulle alpi giulie tutto intorno, e i vostri bambini saranno super contenti di aver raggiunto una cima e aver messo il sigillo sull'impresa.

    Dopo una birra al rifugio si ritorna per la stessa via.

     

  • Prato Piazza

    2.3 km, 00:47:31

    Escursione: Prato Piazza
    Luogo: Parco Naturale Fanes – Sennes - Braies
    Condizioni Meteo : Soleggiato
    Difficoltà: Facile lungo tutto il percorso.
    Durata: 1,15h andata e ritorno
    Panorama= 3/5
    Passeggino= Si, su tutto il percorso

    L’escursione è semplicissima, considerando che viene fatta su una sterrata in quota e quasi totalmente pianeggiante. Se siete mattinieri e riuscite ad arrivare in località Ponticello di buon ora potete salire con la macchina fino al parcheggio di Prato Piazza, che ha 100 posti auto, quindi a riempimento si chiude. Inoltre sappiate che la strada per le auto private è chiusa dalle 10 alle 16.

    Noi che mattinieri non siamo abbiamo preso la navetta, dal costo esagerato di 8 euro cad. (a cui va aggiunto il parcheggio, se non ricordo male). Scesi al parcheggio di Prato piazza con gli zainetti in spalla percorriamo la sterrata che arriva subito al rifugio Prato Piazza, a metà strada incontriamo la deviazione per la malga Prato Piazza e dopo solo 30 minuti arriviamo al rifugio Vallandro, dove volendo potete seguire il percorso di 1h per il Monte Specie, nostro programma ma saltato a causa dolore da zainetto per Vale.

    Di fronte al rifugio Vallandro c’è una fortificazione austriaca, finita di costruire nel 1895 dall’impero Austro-Ungarico, purtroppo non visitabile.

    Il ritorno è sulla stessa mulattiera percorsa all’andata.

     

     

  • Rifugio De Gasperi

    Escursione: Dal parcheggio delle piste di fondo in val Pesarina
    LuogoVal Pesarina
    Condizioni Meteo : Variabile
    Difficoltà: Escursione su un bel sentiero di montagna, ripido e scivoloso dopo un acquazzone.
    Durata: 1,17h  - Sola andata, per 2,8 km
    Panorama: 2/5 - Si vede tutta la val Pesarina
    Avvistamenti : No
    PassegginoNo.

    Il rifugio de Gasperi

    2.8 km, 01:48:01

    Tra i boschi della Carnia, sopra vecchie piste da sci in disuso, abbarbicato sulla montagna, c'è il rifugio de Gasperi.
    Per raggiungerlo bisogna innanzi tutto arrivare in Val Pesarina, più precisamente al Centro Fondo di Sci. La valle è davvero molto selvaggia, non si incontrano molte automobili, se non quelle che sono al parcheggio da dove parte il sentiero, e non sono poi molte.
    Subito dietro il bar, poco oltre il parcheggio, c'è un sentiero che parte subito dritto nel bosco e che ci lascia possibilità di scelta, almeno per i primi 200/300 metri. Sterrata comoda fino all'attacco del sentiero, oppure dritto per dritto tagliando per il bosco.

    La salita qui si fa decisamente più impegnativa, ma siamo arrivati

    Ecco come si presenta il rifugio appena arrivati.

    Scegliamo questa soluzione, e arriviamo all'inizio del sentiero che ci condurrà, con non poca fatica, al de Gasperi. I bambini saranno invogliati dalle statue di legno di gnomi e folletti, da trovare lungo il sentiero, che è molto in ombra e molto umido e fangoso in alcuni punti se i giorni precedenti c'è stata pioggia.
    Si sale senza mollare un attimo, sempre in mezzo al bosco, fino ad arrivare ad una serpentina che sale ripida sulla montagna. Sono gli ultimi metri, dopo finalmente dietro gli alberi ecco spuntare il rifugio, che si rivela una piacevole sorpresa. Musica dal vivo, birra, buon cibo. E ampio spazio per i bambini per giocare, magari facendo una partita a bocce sulla pista proprio dietro il rifugio. Il panorama non si apre a 360 gradi, perché siamo sotto un costone di montagna, ma si domina tutta la val Pesarina, e tanto basta.
    Si riscende, facendo attenzione, lungo il sentiero dell'andata!

     

    Il video dell'escursione

  • Rifugio Fuciade e Baita Paradiso

    Escursione: Dal passo San Pellegrino al rifugio Fuciade e poi fino a Baita Paradiso, chiudendo l'anello tornando al passo
    LuogoPasso San Pellegrino - Moena
    Condizioni Meteo : Variabile
    Difficoltà: Escursione semplice adatta a tutti fino al fuciade, leggermente più impegnativo l'anello, ma se i bimbi hanno gamba non c'è problema
    Durata: 4.30h  - 1,30h ora per raggiungere il solo Fuciade. (a passo di bambino)
    Panorama: 5/5 - Panorama straordinario, soprattutto in cima al sentiero che dal Fuciade sale per raggiungere Baita Paradiso. 360° tutti da godere.
    Avvistamenti : No
    PassegginoSi, sia dal passo al Fuciade che alla Baita Paradiso. Il sentiero che li unisce però non è percorribile.

    Il rifugio Fuciade in fondo alla valle

      

    9.1 km, 05:44:31

     

    Escursione molto semplice, adatta ai bambini e ai genitori che vogliono portali nel passeggino. Partendo dal Passo San Pellegrino si prende l'evidente sentiero che punta verso l'albergo Miralago, da li seguire le indicazioni molto chiare per il rifugio Fuciade, che nonostante la segnaletica suggerisca 50 minuti di cammino si raggiunge in 1,30h o poco più a passo di bambino, tra soste per bere, guardare il fiore e riposarsi. Il sentiero è sempre largo e semplice, e il rifugio affollatissimo vista la semplicità dell'escursione.

    Poco prima del Fuciade

    In cima al sentiero per raggiungere Baita Paradiso

    Lasciando il Fuciade e tornando indietro sul sentiero dell'andata si nota a destra un cancelletto (in realtà è un'asta di plastica) per entrare nel recinto delle mucche.Qui inizia il sentiero che ci porterà in cima alle piste da sci e che non è percorribile con passeggino. La salita è bella e poco faticosa, passando tra mughi e fiori, fino ad incontrare la neve, ancora presente in queste giornate. Quando siamo qualche centinaio di metri sotto l'arrivo della seggiovia teniamo la sinistra per uscire attraversando un altro cancelletto, e sbucare su una sterrata che perccorreremo in discesa per un lungo tratto. Da qui la visuale è magnifica. A 360 gradi abbiamo tutte le montagne che vogliamo. Il col Margherita, le pale di San Martino, il sasso di Valfredda, la cima Uomo.

    Il sentiero percorso per raggiungere baita paradiso

    Timbriamo il passaporto della montagna

    In fondo alla sterrata di vede chiaramente la Baita Paradiso, che però ci chiede un ultimo sforzo, una salita di altri 300 metri, niente di impegnativo. Finalmente qui ci riposiamo, timbriamo il passaporto della montagna e facciamo qualche foto. La discesa per tornare a passo San Pellegrino è molto semplice, segue la mulattiera e al bivio da dove siamo saliti alla Baita Paradiso giriamo a destra. Superate le protezioni senza rete delle piste da sci, continuiamo per altri 200 metri fino a intravedere sulla sinistra un altro cancelletto. Tagliamo nei prati fino ad arrivare alla stazione a valle della seggiovia e al passo.

  • Rifugio Grego

    {jcomments on}Escursione: Dall'ultimo parcheggio della val Saisera
    Luogo: Val Saisera
    Condizioni Meteo : Soleggiato
    Difficoltà: Escursione in costante salita
    Durata: 1.30h circa soste comprese, ma se allenati e senza bimbi 45 minuti
    Panorama: 3/5 – Dal rifugio si è circondati dalle parti dello Jof Fuart e Jof di Montasio
    Avvistamenti : No
    Passeggino: No

     Il rifugio

    1.5 km, 01:21:15

     

    Una bella escursione da fare in val Saisera, arrivando con l'auto presso l'ultimo parcheggio della valle, a fine strada, dove lascerete l'auto e prenderete la strada nel bosco che sale subito ripida (e scivolosa) verso il rifugio Grego. Ci sono diversi sentieri, tutti segnati, ma sul mio gps avevo solo due tracce, e mi sono ritrovato a fare sentieri segnati che si allontanavo di poco dai due segnati ma che comunque puntano tutti verso la stessa direzione. C'è anche una strada più semplice da fare, una carrareccia bianca, chiusa però per lavori.

    Il sentiero passa nel bosco, all'ombra di faggi e abeti, spesso su ghiaioni e sempre in salita, costante ma mai troppo impegnativa. Certo con due bambini un percorso di 45 minuti è diventato di 1.30h, ma ci sta: le soste, le domande, i funghi, gli insetti.
    A metà sentiero c'è un cartello su un albero che indica la strada per il rifugio, sia a destra che a sinistra. Salendo consiglio il percorso di destra, leggermente più corto ma più impegnativo. Al ritorno, lasciando il rigugio alle nostre spalle, giriamo subito a destra e seguiamo il sentiero che non abbiamo scelto all'andata, decisamente meno impegnativo e ripido.

    Qualche foto nei prati attorno al rifugio

    Il bivio

    Il Rifugio è molto carino, non molto alto, 1398m, ma un vero rifugio, piatti tipici, frico, giusto qualche dolce. Il premio per i bambini, ossia un cioccolatino, non ce l'avevano, ma è comprensibile, è un vero rifugio di montagna, non una baita dove si arriva in auto.

    Se partite da Tarvisio questa è sicuramente la strada più semplice e breve, a meno che non vogliate fare 1.15h di auto e arrivare alla sella Sempdogna, dove l'escursione "dovrebbe" (non l'ho fatta) essere su carrareccia e corta.

    Dal rifugio se avete voglia di fare ancora 1.30h di cammino potete raggiungere il Jof di Sempdogna, a circa 1800 metri di altitudine, dove ci sono fortificazioni e resti della grande guerra. Il sentiero dei soldati.

  • Rifugio Marinelli

    Escursione: Dal rifugio Tolazzi al rifugio Marinelli
    Luogo:Rifugio Tolazzi, Forni Avoltri
    Condizioni Meteo :Soleggiato
    Difficoltà:Escursione semplice se si fa la sterrata, più impegnativa tagliando per il bosco.
    Durata:1,37h  - Sola andata, per 4,7 km
    Panorama:5/5 - Visuale magnifica della carnia, siamo sotto al monte Coglians. 
    Avvistamenti : No
    Passeggino:Si, facendo però tutta la sterrata. Meglio se da trekking.

    Il rifugio marinelli visto salendo al monte Floriz

    4.7 km, 02:15:42

    L'escursione al rifugio Marinelli era, dopo il Pal Piccolo, nella top 3 delle escursioni da fare in carnia.
    Partiamo con ordine. Si parte dal rifugio Tolazzi, da dove si può prendere anche l'altro sentiero per il lago Volaia, e si seguono le indicazioni per il rifugio Marinelli.
    Una volta lasciato il bivio con il Lambertenghi/Volaia e preso il sentiero per il rif. Marinelli, ci si presentano due possibili strade. La comoda ma più lunga sterrata, o tirare dritto nel bosco in un bellissimo, ma più impegnativo sul piano fisico, sentiero di montagna che dopo una mezz'ora di cammino ci porta di nuovo sulla sterrata in prossimità della malga Moraretto, davvero molto carina.

    La comoda sterrata che sale al rifugio

    Il sentiero che sale al Marinelli dal passo di monte croce carnico

    Di nuovo si può scegliere. Un sentiero ripido e ovviamente più corto che da dietro la malga taglia la montagna e sale dritto per dritto puntando al Marinelli, oppure la sterrata, che decidiamo di prendere per alleggerire l'escursione. Non ci sono difficoltà, la strada è larga e comoda, si sale senza grossi problemi fino al rifugio, che è a 2.120m, proprio sotto il monte Coglians 2.780m, raggiungibile dal rifugio in un paio d'ore. Il paesaggio dal rifugio è magnifico, in particolare salendo sulla punta della montagna che gli è proprio di fronte si guadagna una visione d'insieme appagante e super consigliata.
    Scendendo decidiamo di fare l'opposto dell'andata, ovvero prendiamo la direttissima fino a malga Moraretto e da li invece di scendere nuovamente nel bosco prendiamo la sterrata più comoda fino al rifugio Tolazzi da dove eravamo partiti.

    Il video dell'escursione

  • Rifugio Nordio-Deffar

    {jcomments on}Escursione: In val d'Uqua, nelle Alpi Carniche.
    Luogo: Val d'Uqua, sopra Ugovizza
    Condizioni Meteo : Soleggiato
    Difficoltà: Escursione senza alcuna difficoltà, che è possibile fare su una comoda carrareccia o tagliando per il bosco
    Durata: 3.40h 
    Panorama: 2/5 – Non c'è molto da vedere se non prati e boschi
    Avvistamenti : No
    Passeggino: Si, meglio se da trekking con ruote adatte a sassi grandi ma dovete fare solo la strada bianca!

    Il confine con l'Austria

     

    4.7 km, 03:40:07

     

    Nell'alta val d'Uqua, sopra l'abitato di Ugovizza, ci sono diversi rifugi che fanno parte del Puanina Tour, una serie di sentieri tematici che arrivano in diversi rifugi o malghe per gustare i prodotti tipici della valle.
    Tra questi c'è il Rifugio Nordio-Deffar, situato a quota 1412m, completamente ristrutturato a seguito di un incendio occorso qualche anno prima.
    Percorrete tutta la valle con l'auto, su una strada stretta e a volte scomoda, soprattutto se si incontrano veicoli nel senso opposto, ma mai pericolosa. Ignorate tutti i vari parcheggi e cartelli, e continuate fino all'ultimo parcheggio dove lascerete l'auto.

    Il sentiero che sale al rifugio passando per il bosco

    La Wirtshaus Starhand, malga appena oltre il confine

    Appena iniziato il sentiero seguendo l'unica ed inconfondibile segnaletica che vi porta a percorrere tutta la carrareccia, fate attenzione dopo 150m alla vostra sinistra. Se n'è accorto mio figlio, io non ci avevo mica fatto caso! Sulla vostra sinistra dunque incontrerete un ceppo di legno marcato in rosso, con un mini sentiero che in 3 passi vi porta ad attraversare un piccolo ruscelletto, e da li c'è chiara una indicazione per il rifugio Nordio, evitando cosi la noiosa carrareccia (che faremo al ritorno per comodità), che sale nel bosco per ricongiungersi alla carrareccia negli ultimi 200 metri prima del rifugio.
    Una volta avvistato il rifugio Nordio non desistete, continuate sulla sterrata per altri 300 metri e arriverete alla sella di Lom, confine con l'Austria, dove c'è un alpeggio e un villaggio montano. Qui rispetto al Nordio c'è pochissima gente, e la simpatica signora che gestice la Wirtshaus Starhand offre ospitalità a prezzi davvero contenuti.
    Dopo esservi rifocillati prendete il sentiero che di fronte la malga sale nel bosco per ricongiungersi ad anello al sentiero che dal Nordio sale alla Sella di Bistrizza, altro villaggio montano con alpeggio.

    Il rifugio Nordio

    Non appena ricongiunti al sentiero riscendete verso il Nordio, dove noi prendiamo un caffè e da li cominciate a scendere verso il parcheggio, stavolta ignorando il sentiero scorciatoia, molto scivoloso, per percorrere tutta la carrareccia fino all'auto.

  • Rifugio Zacchi

    Escursione: Dai laghi di Fusine al rifugio Zacchi
    Luogo:Laghi di Fusine
    Condizioni Meteo :Soleggiato
    Difficoltà:Escursione semplice.
    Durata:1h  - Sola andata, per 2,7 km
    Panorama:2/5 - Siamo sotto le pareti del Mangart
    Avvistamenti : No
    Passeggino:Si, bisogna però fare la variante che usano le auto di servizio.

    Il rifugio Zacchi

    2.7 km, 01:13:53

    Quando lo scorso anno avevamo visitato la zona del Tarvisiano, una delle escursioni che non eravamo riusciti a fare è stata quella che dai laghi di Fusine sale al rifugio Zacchi.
    Tornare ai laghi di Fusine è stato davvero un piacere. Sono tra i laghi alpini più belli che abbiamo in Italia, e lo scorso anno li ho visitati più volte, all'alba, al tramonto, di notte a fotografare le stelle. Parcheggiata l'auto al lago superiore (costo dell'ingresso alla zona dei laghi sui 4 o 6 euro) prendiamo un caffè allo chalet sul lago e poi subito in marcia, sul sentiero che parte subito dietro la piccola baita, per inolstrarsi nel bosco. Ci sono due strade per salire al rifugio Zacchi, la prima e piu comoda è quella sterrata di servizio al rifugio.

    Il sentiero nel bosco

    Su una sdraio a prendere il sole

    La seconda è quella che abbiamo scelto noi, nel bosco, un comodo e largo sentiero che rispetto ai sentieri della Carnia sembra una passeggiata. Infatti passo dopo passo divoriamo la salita, mai impegnativa, sempre all'ombra degli alberi, fino a raggiungere in 50 minuti il rifugio Zacchi, situato su una spianata proprio sotto le cime slovene come il Mangart.
    Rifugio molto carino e soleggiato.

     

    Il video dell'escursione

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