Pictures of my travels

Città

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In provincia di Viterbo c'è un piccolo e grazioso paesino che si chiama Bagnaia. Qui, nascosta nella sabina c'è Villa Lante, uno dei più famosi giardini italiani insieme a Bomarzo. L'ingresso al parco che la circonda è gratuito, e solo questo merita un passaggio, sebbene non sia molto grande. Nel 2011 la villa è stata persino vincitrice del premio come Parco più bello d'Italia.

Peccato che in questo periodo a parte i curatissimi giardini di fiori ce ne siano davvero pochi. Tanti giochi d'acqua, bellissime fontane, statue imponenti. Ma di fiori nemmeno l'ombra. Stagione sbagliata, ahimè!

Ecco qualche foto del giardino.

 

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rocchettine in sabina ruderi

Un pomeriggio fuori porta fino a Torri in Sabina, con obiettivo la visita al borgo perduto delle Rocchettine. Per la parte storica vi rimando a wikipedia, sicuramente più soddisfacente di quanto non possa esserlo io. Le mie impressioni sono positive. Nascosto nella fitta vegetazione della sabina, che lo sta quasi inghiottendo, il piccolo borgo e le mura abbandonate si mostrano splendide al visitatore. Abbandonato sin dal diciassettesimo secolo, sta lentamente cedendo il passo a Madre Natura, ma nonostante questo la visita è possibile anche se bisogna prestare un pò d'attenzione.

Eravamo soli. Il che ha reso tutto più interessante. La vista a 360 gradi è davvero appagante.

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Uno dei primi fine settimana di Aprile, di quelli con il sole che scalda il giusto, partiamo con qualche amico per una gita fuori porta. Con molta calma da Roma raggiungiamo Todi, dove arriviamo ad ora di pranzo e subito ci buttiamo dentro una trattoria per un primo che ovviamente era al tartufo! Todi, come la maggior parte delle piccole cittadine umbre, è bellissima. Certo un pò troppo in salita, soprattutto dopo pranzo e con figlioletta nello zaino non è proprio uno spasso, ma si fa con molto piacere.

Arrivati in cima a piazza Garibaldi, da dove si può godere di un bellissimo panorama sulla vallata sottostante, prendiamo un caffè al Tazza d'oro, un piccolo bar quasi nascosto in un angolo e non sulla piazza centrale, ma con il caffè dal gusto inconfondibile. Fatte due chiacchiere con il ragazzo, proprietario del locale, scopro che quasi tutti i romani che vengono in visita a Todi (la maggior parte del turismo invernale), si ferma da lui non appena legge il marchio. Ottima scelta, dunque.

Piazza del popolo è semideserta. E' anche presto, ma soprattutto siamo fuori stagione. La piazza è circondata dalla cattedrale e da diversi palazzi signorili, come Palazzo del Popolo, Palazzo del Capitano e Palazzo dei Priori.

Finiamo il nostro giro a Todi visitando la Chiesa di San Fortunato, che ospita la tomba di Jacopone da Todi.

Torniamo alla macchina e puntiamo Spoleto, sperando ci sia più vita. Consigliatissimo parcheggiare la macchina vicino le scale mobili, in modo da salire con comodità e poi tornare passando, in discesa, per le vie interne. Spoleto è davvero bella. In cima puntate subito al Ponte delle Torri, dove potrete ammirare un panorama mozzafiato sul vallone sottostante, e volendo raggiungere la Rocca Albornoziana. Scendendo verso il paese invece la prima cosa che catturerà la vostra attenzione è sicuramente il duomo. Domina la piazza in tutta la sua bellezza. Dentro a mio parere è meno bello, ma il primo impatto che avrete non vi deluderà.

Mano mano che scendiamo ci avvicinamo al corso, pieno di vita, dove ci concediamo il tempo per qualche pensierino.

 










 

 

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Non è la prima volta che visito la zona del lago Trasimeno, ma per la prima volta ho un pò di fortuna e con una giornata decente e spiragli di sole riesco finalmente a prendere il traghetto e a visitare le isole. Anzi l'isola, quella Maggiore, perchè ahimè la prima cosa che deve andare storta ci va, e cosi arrivo all'imbarco con il traghetto che se n'era già andato e visto che non è un festivo le corse sono di meno. Per farla breve dalle 11.50 alle 15 non ci sono traghetti. Ci siamo messi l'anima in pace e abbiamo fatto una passeggiata per Passignano sul Trasimeno, davvero deliziosa ma poco movimentata nel mese di marzo. Un veloce pezzo di pizza comprato prima di partire, un giro per il mercatino e poi un caffè in riva al lago. Sono ancore le 13.30. Con la rassegnazione di chi avrebbe invece voluto essere già sulla seconda isola aspetto le 15 con ansia, portando a spasso la mia Rebecca e cercando di fare qualche scatto decente non aiutato assolutamente dalle condizioni meteo.

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Finalmente il traghetto arriva, 6,50€ a persona per a/r, e andiamo all'Isola Maggiore, l'unica abitata delle tre. Passiamo davanti all'Isola Polvese, che a detta degli abitanti del posto è la più bella, la più selvaggia ed incontaminata. Scendiamo dal traghetto e dopo aver curiosato per qualche minuto prendiamo subito la via che ci porterà in cima all'isola. Purtroppo non abbiamo molto tempo ed il traghetto riparte per le 17.30, ultima partenza valida per non tornare di corsa, ma volendo l'ultimo traghetto c'è alle 19. Non credo sia rimasto nessuno visto che i negozianti alle 17.25 hanno cominciato a chiudere battenti.

Mi carico la piccola Becky nella fascia marsupiale (non so il nome esatto, ma è quella fascia che si gira più volte attorno al corpo e poi ci si mette il bimbo dentro) e cominciamo a salire, circondati da ulivi e piante di ferula che all'inizio pensavamo fossero piante di finocchio, visti i gambi rosicchiati e la moltitudine di lepri che gli girano intorno.

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La chiesa è chiusa. Non è un gioco di parole ma la verità! Facciamo quindi un giro dell'isola dalla sua sommità, incrociando ruderi di antichi mulini e godendo di scorci fantastici sulla terraferma e sull'isola Polvese. Il sole sta calando e complice un tempo non proprio idilliaco riusciamo a goderci anche un "quasi tramonto".

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Lungo la strada che ci riporta verso il traghetto vediamo due fagiani maschi litigare. Se le sono date di santa ragione per nulla disturbati dalla nostra presenza. Poi mi sono reso conto che di fagiani è piena l'isola, vivono nei giardini degli abitanti e persino i gatti li ignorano, ormai stufi di vederseli attorno. Giusto il tempo di qualche altro scatto e poi torniamo a Passignano, dove cambiati pannolini ormai troppo sporchi, riprendiamo la macchina e puntiamo Città di Castello, dove passeremo la notte. Se vi capita di passare per questa cittadina andate a mangiare la buonissima pizza da Fez e Mauro, dove non si spende nemmeno tanto.

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Arezzo è davvero bella. Non c'ero mai stato prima d'ora o forse ero troppo piccolo per potermelo ricordare. Corso Italia, pieno di vita anche se di domenica, ci porta verso Piazza Grande, bellissima e dall'impatto molto forte. Proseguiamo alla ricerca della casa di Petrarca che si trova subito sotto il bellissimo Parco del Prato, in cima alla città. E' la domenica delle palme e visitare il Duomo è abbastanza complicato. In qualche modo riusciamo ad entrare per restare affascinati dalla bellezza di questa chiesa.

Il tempo non promette nulal di buono, anzi comincia a gocciolare. Troviamo una bottega di fronte alla chiesa di San Francesco, un pezzo di pizza bianca, un caffè. Si torna a casa!

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La prima domenica di Marzo il tempo è clemente e ci concede un'uscita. Prendiamo la salaria puntando direttamente Tuscania, ma arrivati a sutri decidiamo di fermarci per il cambio pannolino e vista l'ora tarda (siamo partiti alle 11) di mangiare un boccone. Vorremmo dedicare più tempo alla visita agli scavi ma il fango è ovunque e risulta difficile persino avanzare con il passeggino. Cosi ci limitiamo a visitare il solo anfiteatro romano, che rappresenta comunque il monumento antico più famoso di Sutri. (hanno fatto anche entrare la cagnolina, per chi volesse andare con il cane)

Anfiteatro Romano - Sutri

Cosi continuiamo verso Tuscania di cui avevo sempre sentito parlare bene, ma dove per un motivo o per l'altro, non ero ancora mai stato. Quando ci si avvicina alla città passando per le bellissime strade della Tuscia lo spettacolo è davvero notevole. Una città il cui nome ha diverse origini. Alcuni sostengono che derivi dal latino Tus-Cana, ossia dodici cuccioli di cane, che furono ritrovati da Ascanio, il figlio di Enea, in quel luogo dove decise di fondare la città.

Fortunatamente il parcheggio la domenica non si paga, scarichiamo di nuovo la piccola ma spaziosissima Renault Twingo da carrozzini, pannolini, macchine fotografiche e attraversiamo l'arco che ci porta dentro le mura. Le strade sono semideserte, e il silenzio è spezzato ogni tanto dal vociare dei tavoli dei ristoranti. Camminiamo fino a raggiungere la Fontana delle Sette Cannelle, passando attraverso il bellissimo parco della Torre di Lavello da cui si può ammirare la bellezza della Tuscia.

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Lasciata Tuscania puntiamo verso l'ultima tappa della giornata, Capodimonte, un piccolo paesino sul lago di Bolsena. Quando la mattina ho guardato la mappa mi sono accorto che era l'unico paese con un promontorio sul lago. Capodimonte è davvero carina. Non sono riuscito a vedere il centro ma piuttosto abbiamo visitato il piccolo porto turistico ed il lungolago dove insieme a noi c'erano altre centinaia di persone che probabilmente hanno approfittato anche loro della giornata di sole per fare due passi. Un caffè, una passeggiata tra gli alberi e qualche fotografia al lago. E' già ora di tornare a casa.

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