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Escursione allo chalet de l'Epée. Solo per bambini allenati.
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- Scritto da Manuel
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Escursione: Facciamo un anello in val Grisenche fino allo chalet de l'Epée
Luogo: Val Grisenche
Condizioni Meteo: Soleggiato/variabile
Difficoltà: Impegnativa, giro lungo e molto faticoso.
Durata: 5h
Panorama: 3,5/5 - Amo la val Grisenche, secondo me la più selvaggia del parco del Gran Paradiso.
Avvistamenti: No
Passeggino: Si, ma SOLO facendo TUTTA la lunghissima mulattiera (ci arrivano le auto)
8.6 km, 05:02:33
Per fare questa bellissima escursione dobbiamo raggiungere la fine della strada asfaltata che percorre tutta la fantastica e selvaggia Val Grisenche. Bisogna andare anche abbastanza presto se si vuole trovare il posto per l'auto, visto che la frazioncina dove finisce la strada è davvero minuscola e i posti scarseggiano se si arriva troppo tardi. Una volta lasciata l'auto ci incamminiamo per la via sterrata che inizia la dove c'è un piccolo (ed unico) punto di ristoro. Questo sentiero per i primi trecento metri è lo stesso che porta al rifugio Benevolo, di cui abbiamo già parlato.
Arrivati al bivio si gira a sinistra, come a tornare indietro e si comincia a camminare in direzione Chalet de l'Epée. Dopo qualche minuto si incontra una deviazione sulla sterrata, sulla destra si entra dentro un bosco. Dapprima decidiamo di divederci, per subito cambiare decisione non conoscendo bene l'escursione. Cosi ci inerpichiamo tutti per il bosco, con tornanti abbastanza ripidi che ci fanno subito spezzare il fiato.
Il sentiero sale ripido in un lungo e faticoso serpentone. Poco prima di uscire dal bosco una placca di metallo ci racconta la storia di un acero secolare, bello e massiccio, a fare la guardia al sentiero. Siamo finalmente fuori, il sentiero spiana ma è una finta. Incontriamo dei signori che stanno scendendo, ci raccontano un pò della zona, sono di casa qui. Ci indicano di seguire una vecchia stalla abbandonata e salire su delle rocce che ci indicano. Non che ce ne fosse bisogno, il sentiero è ben segnato. Superiamo la vecchia stalla e l'indicazione è chiara. Destra per salire allo chalet.
Di nuovo una salita ripida, molto più diretta, con meno serpentina, sembra non finire mai, eppure da sotto sembrava così breve. E quando arriviamo in cima e finalmente respiriamo mentre i bambini sono già più avanti, lo chalet ancora non si vede. Dobbiamo camminare ancora qualche minuto in mezzo a delle rocce fino a che lo chalet si vede all'orizzonte. Per fortuna la fatica è finita, gli ultimi metri si fanno in piano tra pascoli e qualche vecchio fienile.
Al rifugio sono tutti molto gentili, soprattutto il nostro cameriere, simpatico, divertente, raro di questi tempi. Chiedo per il ritorno se è possibile fare un anello. Mi indica un sentiero molto stretto che passa alla destra dei fienili. Lo prendiamo, sulla traccia il sentiero c'è, è ben segnato. E' molto panoramico e alla fine si ricongiunge alla sterrata, che può essere tagliata in diverse occasioni e in un tratto i bambini si sentiranno come Indiana Jones, perché si taglia attraverso una piccola giungla, con guado annesso.(Se continuate per la sterrata, nessun problema)
Il rientro alla macchina dopo quasi nove chilometri e cinque ore di passeggiata ci lascia appagati anche se stanchi. La val Grisenche si conferma essere una delle valli più belle del Gran Paradiso, forse la più bella, sicuramente la più selvaggia.
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Colle del Gran San Bernardo e museo dell'Ospizio. Portate i vostri bambini!
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- Scritto da Manuel
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Escursione: Visita al Colle del Gran San Bernardo e al museo
Luogo: Passo del Gran San Bernardo
Condizioni Meteo: Nuvoloso/Pioggia
Difficoltà: Nessuna
Durata: Il tempo che volete dedicargli
Panorama: 2/5 Il passo è bellissimo e merita assolutamente una visita
Avvistamenti: No
Passeggino: Si
Dopo aver visitato il passo del Piccolo San Bernardo l'anno precedente, abbiamo deciso di venire a vedere anche il passo del Gran San Bernardo che offre, a differenza dell'altro, anche una visita al museo dell'ospizio e all'allevamento dei cani di razza San Bernardo.
Cominciamo col dire che il posto è davvero suggestivo. Non solo per la bellezza delle montagne e del lago in cui si riflettono, ma per la presenza di testimonianze fino all'epoca romana, ma per il passaggio di re papi ed imperatori, tra cui il più noto fu Napoleone Bonaparte.
La parte divertente per i bambini è sicuramente il museo. Si inizia il giro passando per l'allevamento dei cani San Bernardo, tutti dai nomi altisonanti e con discendenze di antica nobiltà, entrando poi nel museo vero e proprio dove se si è fortunati ad accoglierci ci sarà un super cucciolo di San Bernardo con un addetto che, tra una carezza e l'altra, ci spiegherà qualcosa su questi cani. Dentro il museo i bambini potranno divertirsi cercando animali, minerali, e qualche gioco interattivo.
La visita è quindi davvero consigliata, magari facendo un giro completo del lago per apprezzare al meglio tutto il passo e i suoi dintorni.
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Passeggiata semplicissima al lago d'Arpy.
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- Scritto da Manuel
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Escursione: Passeggiata facile al lago d'Arpy
Luogo: Colle san Carlo - Lago d'Arpy
Condizioni Meteo: Nuvoloso - Variabile
Difficoltà: Semplice e adatta a tutti.
Durata: 50 min
Panorama: 2/5 Il lago è molto bello, ma la vista non spazia troppo
Avvistamenti: No
Passeggino: Si, in alcuni (brevissimi) tratti potrebbe essere necessario sollevarlo,
3 km, 00:51:29
Il lago d'Arpy è un classico laghetto di montagna, facilmente accessibile, che si raggiunge con una piacevole passeggiata di 50 minuti. Il punto di partenza è il colle San Carlo, dove c'è il bar/ristorante "la Genzianella". A dire il vero non ci si può sbagliare, le macchine cominciano ad essere parcheggiate sugli alberi già ben sotto l'atacco del sentiero, e a dirla tutta si potrebbe partire dal primo abitato (le prime casette sparse tra fienili) che si incontra lungo la strada. L'escursione però sarebbe più lunga e con più dislivello da affrontare.
Raggiunto il colle, ammesso che riusciate a trovare il posto per lasciare l'auto, guardate nel bosco dietro il parcheggio e cominciate a seguire l'indicazione per il lago. Il sentiero sarà sempre comodo e semipianeggiante, privo di alcuna difficoltà. E' in assoluto il sentiero con più persone che abbiamo percorso in Valle d'Aosta. Mai vista tanta gente su un sentiero. Per fortuna era tutat gente che tornava perché noi abbiamo percorso il sentiero nel primo pomeriggio, verso le 16, evitando così lungaggini nel trovare parcheggio o una calca smisurata sulle sponde del lago. Ed è quello che vi stra consiglio di fare.
Raggiunto il lago non ci resta che stenderci sull'erba e goderci il pomeriggio, giocando con la freddissima acqua e facendo qualche scatto sulle rocce.
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La bellissima Val Veny in Valle d'Aosta e il rifugio Elisabetta
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- Scritto da Manuel
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Escursione: Dal parcheggio della navetta fino al rifugio Elisabetta.
Luogo: Val Veny, un posto incantevole in Valle d'Aosta
Condizioni Meteo: Soleggiato
Difficoltà: Passeggiata lunga ma non impegnativa, ad esclusione del primo e dell'ultimo tratto che presentano un pò di salita.
Durata: 2h, sola andata per 6km di lunghezza
Panorama: 4/5 - La val Veny è veramente splendida, da non perdere.
Avvistamenti: No
Passeggino: Si, giusto nel tratto finale può essere scomodo.
6.2 km, 02:15:14
La val Veny è stata meno impegnativa della val Ferret sul piano logistico. Molte meno persone sembrano gradirla, forse perché sono meno accessibili le strutture ricreative (baite e rifugi). Questo gioca a nostro favore perché la valle sarà più libera da escursionisti della domenica, ma va considerato sempre il periodo, nel nostro caso Agosto, e il fatto che anche questa valle è come la val Ferret, presa d'assalto rispetto al resto della Valle d'Aosta.
Cercato con fatica il solito parcheggio a valle e lasciata l'auto, abbiamo preso la navetta gratuita che porta fino alla fine della strada, oltre i campeggi e ci lascia ad una sbarra metallica da dove inizia il sentiero per la valle e il rifugio Elisabetta, vera e propria meta della nostra escursione. Dapprima camminiamo su una strada asfaltata, evitando qualche tornate passando nelle scorciatoie ben visibili in mezzo al bosco. La strada in se non è impegnativa tecnicamente, ma è abbastanza ripida. Per capirci era pieno di passeggini e bambini piccoli.
Superato il tratto asfaltato inizia una sterrata, che proseguirà poi fino al rifugio Elisabetta. La sterrata continua a non essere impegnativa, sempre fattibile dai passeggini e soprattutto cala la pendenza, quindi il passo si alleggerisce. Si arriva fino ad un bivio, quello che porta a sinistra al nostro rifugio, a destra verso il rifugio Combal ed il lago del Miage.
Proseguendo a sinistra costeggiamo diversi specchi d'acqua, la valle ne è piena. I giochi di riflessi sulle montagne circostanti sono eccezionali e fotograficamente interessanti.
L'ultimo tratto pianeggiante si fa nella parte più aperta della valle, fino a raggiungere l'attacco della salita che ci porterà al rifugio Elisabetta.
Per salire al rifugio abbiamo due possibilità: a sinistra c'è un sentiero di montagna vero e proprio, stretto e poco adatto ai passeggini, che noi abbiamo fatto al ritorno. A destra la sterrata che continua comoda (ma più lunga) fino alle porte del rifugio. Una volta arrivati troviamo abbastanza confusione, c'è tanta gente, ma riusciamo a sederci e ad ordinare una birra ghiacciata. La vista dal rifugio è sensazionale. Si vedono i ghiacciai, o quel che ne rimane, tutta la valle, il monte Bianco.
Dovendo però tornare in tempo per l'ultima navetta non abbiamo modo di sostare troppo e riprendiamo il sentiero del ritorno che ripercorre la strada dell'andata.
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Escursione ad anello al rifugio Bonatti
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- Scritto da Manuel
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Escursione: Doppia navetta. Poi si sale poco oltre la fermata.
Luogo: Valle d'Aosta - Val Ferret
Condizioni Meteo : Soleggiato
Difficoltà: Escursione resa faticosa dal passaggio nel bosco nelle giornate afose. Effetto serra garantito.
Durata: 4h l'anello
Panorama: 5/5 - Paesaggio eccezionale. Il top della valle d'Aosta è davanti ai vostri occhi.
Avvistamenti : No.
Passeggino: No.
4.2 km, 04:50:41
Una delle classiche escursione in valle d'Aosta è la salita al gettonatissimo rifugio Bonatti che fu tra i più grandi, se non il più grande, scalatori italiani.
Va fatta una doverosa introduzione però a questo sentiero. In agosto è semi impraticabile e difficile da raggiungere comodamente. Tanto per cominciare l'accesso alla val Ferret è regolamentato ad orari e c'è proprio un limite fisico di automobili che riescono a starci dentro. Ammesso che riusciate a salire in auto c'è da sborsare un'enormità per il parcheggio. (presumo che a giugno sia tutto più semplice.)
L'alternativa a questa follia di traffico montano è quella di prendere le navette che partono da Courmayer e salgono per le due vallate, Val Ferret e Val Veny. Bisogna quindi trovare un posto (non a pagamento, quindi svegliatevi presto) dove lasciare l'auto o anche in paese e zone limitrofe il salasso è garantito.
Noi abbiamo preso la prima navetta di fronte ad un supermercato distante qualche centinaio di metri dal bivio per le vallate, quindi fate attenzione che sia quello per la Val Ferret. Siete riusciti a salire? Bene ora la prossima destinazione è Plancipieux, dove si scende e si aspetta una seconda navetta che finalmente ci porta sotto l'inizio del sentiero per il rifugio. Tutta questa tribolata va fatta ovviamente anche al ritorno, controllando sempre le tabelle degli orari per non rischiare di restare in valle e doversela fare a piedi.
Ok, se tutto questo non vi ha scoraggiati iniziamo l'escursione. Il sentiero inizia subito ripido nel bosco verdeggiante, pieno di piante, fiori, colori. Gli occhi ringraziano, il fiato un pò meno a causa dell'effetto serra che si crea in questo bosco per il caldo d'Agosto. Il sentiero comunque non è mai impegnativo a livello tecnico, c'è solo un discreto dislivello da affrontare e il caldo non aiuta.
Usciti dal bosco la strada da fare è poca, il rifugio è ben visibile in alto, la montagna è rigata da diversi sentieri, quelli diretti, quelli più dolci.
Arrivati al rifugio ci stendiamo dove troviamo uno spazietto e ci rinfreschiamo alla freschissima fontana. E' pieno di gente, dentro e fuori, cosa insolita per la valle d'Aosta che conoscevamo fin'ora, sempre libera da calche, sempre super accogliente. Nonostante tutto riusciamo a prendere una birra e a goderci il sole giocando a carte.
Verso le 15.30, proprio come ci disse una signora sulla navetta, il rifugio si svuota. Nel giro di 30 minuti restiamo quasi soli, a farci compagnia solo qualche straniero. Adesso finalmente ci godiamo calma e relax, ma non possiamo sostare troppo perché al contrario degli altri noi chiuderemo un giro ad anello.
Proprio dietro il rifugio infatti c'è una traccia segnata e ben visibile che sale per un breve tratto e poi comincia a scendere verso sinistra. Il sentiero è bellissimo, tutta un'altra cosa rispetto al breve e faticoso sentiero dell'andata. Sempre panoramico, sempre ventilato, a saperlo prima avremmo fatto il giro al contrario. Superato un piccolo agglomerato di case abbandonate, che meritano però una foto, continiamo a scendere avendo sempre il Bonatti sulla nostra sinistra.
Il sentiero torna senza difficoltà qualche tornante sopra dove era l'attacco del sentiero di andata, quindi a bordo strada, e si cammina fino a tornare alla prima delle due navette per tornare alla nostra auto.
Studiate il sentiero e fatelo come più vi piace, ma mi sento di consigliarvi di seguire al contrario la traccia GPX perché a mio avviso è decisamente più interessante l'escursione se affrontata in questo modo.
Il video dell'escursione
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